Dopo mesi di attesa finalmente siamo riusciti a vedere “Uzumaki”, la serie animata ispirata al capolavoro di Junji Ito. Ecco le nostre considerazioni, ovviamente senza spoiler
Lo scorso weekend abbiamo concluso la visione dei 4 episodi di “Uzumaki”, la serie animata che porta sul piccolo schermo le terrificanti vicende, raccontate nell’omonima opera a cura di Junji Ito. Il progetto era atteso da moltissimi in quanto si tratta di uno dei manga più iconici del genere. Non a caso, questo titolo nel corso degli anni ha ispirato molte pellicole live action entrate a gamba tesa nel panorama degli horror nipponici.
Per questi motivi, il pubblico ha atteso l’uscita dei 4 episodi con una certa impazienza e con delle aspettative abbastanza alte. Aspettative che leggendo in rete, non sembrano essere state rispettate. Nelle varie community in cui si parla dell’argomento non sono mancate offese o le solite esclamazioni “Perché non riescono a realizzare un anime decente dei racconti del Maestro?!”.
Nonostante le critiche fioccate dal web abbiamo deciso ugualmente di vederlo e in verità non ci è dispiaciuto affatto. Anzi, rispetto agli altri progetti animati ispirati alle storie di Ito (come “Junji Ito Maniac”, oppure “Junji Ito Collection”), “Uzumaki” ci è sembrato anche più realistico e fedele. Invitiamo anche voi a guardarlo, ma come sempre vi suggeriamo di lasciarvi alle spalle qualsiasi pregiudizio e se avete letto anche il manga, fingete di non averlo fatto.
Cosa abbiamo apprezzato veramente di “Uzumaki”?
Già dal primo impatto apprezziamo il bianco e nero, perché forse rende meglio l’idea delle vicende macabre che accadono in questa piccola cittadina chiamata Kurozu-cho. La chiave narrativa attraverso la quale vengono raccontati gli eventi è incredibilmente lenta. Questo forse ha annoiato buona parte degli spettatori, ma come spesso accade, è solo un piccolo ostacolo da sorvolare.
Dopo essere entrati nel pieno della storia, riusciamo a non sentire più il bisogno di andare avanti velocemente. L’unica cosa che conta è capire cosa sta accadendo in questa piccola città che all’apparenza sembra del tutto normale. I protagonisti sono proprio i cittadini di Kurozu-cho che mano a mano iniziano a manifestare delle strane ossessioni verso le spirali.
Per quanto riguarda la caratterizzazione dei personaggi, non abbiamo trovato personalità particolarmente rilevanti. Sotto questo punto di vista l’autore si limita a tracciare a grandi linee personaggi stereotipati che non emergono per particolare intelligenza, ma quasi sempre per coraggio.
Nel dettaglio, nel corso dei 4 episodi abbiamo visto sotto i riflettori studenti liceali, coppie innamorate, adulti prepotenti, depressi e spaventati, bambini curiosi e irrequieti. Insomma, come sempre i racconti del macabro firmati da Junji Ito sembrano solo una facciata per raccontare qualcosa di ancora più terrificante: la realtà che viviamo ogni giorno.
Una realtà che a nostro avviso, gli studi Fugaku e Akatsuki sono riusciti a rappresentare al meglio anche attraverso i disegni, che a nostro avviso, sono sembrati particolarmente fedeli a quelli delle tavole originali. I quattro episodi sono stati gestiti da due studi di animazione diversi, lo studio Fugaku si è occupato della realizzazione del primo e dell’ultimo episodio (1 e 4) mentre lo studio Akatsuki dei due episodi centrali (2 e 3).
Gli argomenti riportati sullo schermo attraverso “Uzumaki” sono: bullismo, violenza sulle donne, stalking, invidia, egoismo e isteria. Tutte problematiche che purtroppo non accadono solo negli eventi raccontati in questa serie ma che dilaniano ogni giorno l’attuale società.
Trama e dettagli dell’anime di “Uzumaki” di Junji Ito
Come già anticipato, questa serie animata, diretta da Hiroshi Nagahama, si distingue soprattutto per lo stile di animazione in bianco e nero, che richiama il tratto originale di Ito e sottolinea l’atmosfera angosciante che avvolge questa piccola città. La colonna sonora, composta da Colin Stetson, aggiunge ulteriormente tensione e profondità alle scene horror, aiutando a trasmettere un senso costante di minaccia in arrivo.
La protagonista è una giovane studentessa di nome Kirie Goshima. La ragazza è graziosa e ingenua, come quasi tutte le protagoniste partorite dalla firma di Ito. Kirie nel corso della storia è affiancata dal suo fidanzato Shuichi Saito e insieme si trovano ad affrontare strane e terrificanti avvenimenti che vedono al centro dell’attenzione le spirali.
A Kurozu-cho le spirali iniziano a manifestarsi sotto forma di maledizione, in ogni aspetto della vita dei cittadini. Per questo motivo i cittadini di questa città vengono colpiti da eventi bizzarri e spesso mortali. Man mano che la maledizione avanza, la città e i suoi abitanti vengono letteralmente e figurativamente risucchiati in un vortice senza fine.
Alcuni si trasformano i enormi lumache, in serpenti, altri iniziano a seminare terrore attraverso dei vortici di aria che si generano dai forti rumori e addirittura alcune donne incinte di notte si trasformano in zanzare assetate di sangue (non era nostra intenzione fare spoiler, ma questo dettaglio ci ha particolarmente turbato).
Ma questi sono solo alcuni dei macabri, ma anche bizzarri, avvenimenti che colpiscono i cittadini di Kurozu-cho. Nel dettaglio, ognuno di essi riporta all’attenzione dello spettatore temi profondi come l’ineluttabilità del destino e la discesa nella follia collettiva.
Inoltre, le immagini che inizialmente raccontano di una città costiera tranquilla che con il suo bel faro domina il panorama, nel corso dei 4 episodi si trasformano in un paesaggio distopico e apocalittico composto da: strade intrecciate che bloccano l’uscita dalla città, vegetazione, nuvole e persino edifici a spirale, in cui vengono stipate centinaia di persone une sulle altre.
La serie animata ispirata ad “Uzumaki” di Junji Ito è un viaggio condotto attraverso la disperazione e scene disturbanti. Sì, perché in verità più che essere terrificante, “Uzumaki” si è rivelato altamente disturbante, con alcune scene che fanno veramente impressione e che probabilmente non rivedremo per una seconda volta.
E tu hai visto “Uzumaki”? Facci sapere nei commenti cosa ti è piaciuto oppure perché non lo hai apprezzato!