La loro missione è fare fumetti per far ridere la gente e dal 2011 War and Peas ha cominciato a conquistare il web. Oggi le strisce più famose di Elizabeth Pich e Jonathan Kunz sono state raccolte in un volume unico, arricchito di vignette inedite e curato da Edizioni BD. La critica alla società non è mai stata così spregiudicatamente divertente
Come l’etimologia stessa della parola suggerisce, i webcomics altro non sono che fumetti pubblicati online, tendenzialmente su siti o blog nati proprio per accogliere e raccogliere questo tipo di narrazione, per lo più nella forma di strisce brevi e composti da vignette il cui scopo, nella maggior parte dei casi, è quello di essere incisivi e taglienti nello spazio ristretto di qualche battuta soltanto.
Dapprima popolare nell’area linguistica anglosassone, il fenomeno dei webcomics ne ha ben presto oltrepassato i confini conquistando tra gli altri anche il nostro Paese, sebbene difficilmente si pensi di primo acchito agli autori nostrani. Infatti, nonostante la notorietà di un fumettista dal calibro di Zerocalcare, che si può ritenere colui che vi ha posto l’accento iniziando la sua carriera proprio attraverso strisce divenute poi celebri anche tra il grande pubblico, in Italia il fumetto online sta prendendo veramente piede solo di recente, anche grazie al fiuto di alcune case editrici.
Sempre più spesso, tra gli scaffali di librerie e fumetterie è possibile trovare volumi che raccolgono storie presentate originariamente online, scelte però in maniera oculata e inserite in un contesto tale da riuscire a creare una vera e propria linea narrativa orizzontale. Non assente neanche in precedenza, quest’ultima, una volta giunto il prodotto fisico tra le mani dei lettori, viene adeguatamente ripensata per il differente mezzo di comunicazione a cui è destinata, in aggiunta alle novità apportate al testo. Come attirare quella parte di pubblico non disposta a spendere soldi per un qualcosa di già esistente, pur se in formato diverso?
Questione di immediata risposta, ma non di facile adattamento: gli inediti. Togliendo dall’equazione coloro i quali già seguivano con un certo trasporto l’autore o l’autrice che si porta materialmente in libreria, e che quindi in questi casi sarebbero mossi da una passione particolare o da puro collezionismo (o entrambe), rimane tutta quella vasta fetta che dagli artisti nel tempo è stata solo incuriosita e di cui ha, magari, già esplorato proprio le vignette che li hanno resi celebri. Qui, allora, è ancor più fondamentale che il lavoro della casa editrice sia quanto più oculato possibile. Proprio in quest’ottica Edizioni BD ha presentato, portando Elizabeth Pich e Jonathan Kunz come ospiti al Lucca Comics and Games (e noi li abbiamo anche intervistati), War and Peas. Fumetti spassosi per amanti scandalosi, la raccolta dei loro sketch più famosi e divertenti in aggiunta a diverse strisce non ancora date alla stampa molto ben congeniate, pensate in funzione di un arricchimento in termini di forma e contenuti.
Attivi da poco più che una decina di anni, di Elizabeth Pich e Jonathan Kunz non si può certo dire che non abbiano fatto la cosiddetta gavetta: con i social e il mondo di internet, infatti, hanno cominciato a lavorare nel 2011, non prima di aver tentato altre strade considerate più classiche. Nel corso degli anni hanno assistito all’evoluzione e all’involuzione di entrambe le strategie, riscontrando nei primi un mezzo di comunicazione molto più efficace e funzionale ai propri obiettivi. L’apertura del canale Patreon, che oggi conta più di mille iscritti e poco meno di utenti paganti, è stata il loro personale punto di svolta: War and Peas. Fumetti spassosi per amanti scandalosi è il primo libro della coppia d’oro dei webcomics.
Due Bob alle prese con una vita insieme, una coppia nata all’improvviso e con le sole aspettative della società moderna, un mietitore dallo spiccato senso dell’umorismo, un robot caduto preda dell’amore impossibile e una strega libera di esprimere se stessa a trecentosessanta gradi. In mezzo, un cane dalla spiccata intelligenza, una famiglia capace di prendere scelte quanto meno discutibili e tutta una serie di altre specie animali in qualche modo umanizzate. Sullo sfondo una critica pungente, dissacrante e costellata di black humor alle contraddizioni, alle assurdità e alle pretese spesso prive di logica di una società focalizzata sempre di più sull’apparire a discapito del sostanziale essere.
L’essenza dell’arte di Elizabeth Pich e Jonathan Kunz è tutta qui: le strisce che hanno reso famoso il loro sito, War and Peas appunto, da cui il titolo del fumetto, sono un insieme di racconti umoristici destinati a far insorgere nel lettore pensieri e riflessioni circa la condizione attuale dell’uomo in quanto animale sociale e sketch nati con il solo scopo di far ridere e divertire, conditi di nonsense, freddure e battute tanto rapide quanto sorprendenti. Apparentemente scollegate tra loro, le strip nascondono in realtà una continuità narrativa molto interessante dal punto di vista della sceneggiatura, che per quanto si possa pensare il contrario anche in questi casi risulta essere determinante. Sono poche, di fatto, le sequenze fini a se stesse, poiché la maggior parte di esse rientra in un disegno complessivo molto più articolato di un voler semplicemente racchiudere in un unico contenitore vignette taglianti e sagaci.
Proseguendo nella lettura, infatti, ci si rende presto conto di come i personaggi ritornino ciclicamente ad essere protagonisti delle strisce proseguendo nella propria storia personale là dove si era chiusa in precedenza, in un’alternanza di personalità mai scontate, sempre irriverenti e a volte al limite del credibile. Attraverso queste, Elizabeth Pich e Jonathan Kunz fendono a loro modo la contemporaneità portandone alla luce in maniera dissacrante le criticità. Il senso di solitudine pur in presenza di una moltitudine di persone, il pensiero autocritico che ci trasporta nell’incapacità totale di comprendere il nostro valore, la ricerca e l’accettazione spasmodica di un amore solo per essere conformi alle aspettative della società, il pregiudizio nei confronti di chi vive senza vincoli il suo saper essere libero, lo scardinare un credo comune si riversano in War and Peas lasciando nei lettori l’amara sensazione dell’inoppugnabilità della vita.
A stemperare l’atmosfera inaspettatamente acre interviene il sapiente uso del nonsense e della comicità senza altro fine se non quello di strappare sorrisi e risate sul volto di chi legge. Mai eccessiva o fuori luogo, di questa se ne apprezza in maniera particolare la semplicità e la naturalezza con cui riesce ad inserirsi tra una vignetta e l’altra senza essere inopportuna, ma al contrario sempre al posto giusto nel momento giusto. Tutto questo si rispecchia anche nello stile delle illustrazioni, essenziale, geometrico, privo di orpelli e diretto nell’intento comunicativo, quasi a volersi porre in contrapposizione con l’importante denuncia posta alla base del fumetto. Il linguaggio utilizzato in War and Peas. Fumetti spassosi per amanti scandalosi, infine, è quello della società stessa che gli autori vogliono scandagliare, privo però di qualsiasi tipo di censura.
Caustica dall’inizio alla fine, l’opera di Elizabeth Pich e Jonathan Kunz riassume in poco più di centocinquanta pagine parte della visione del mondo della coppia di artisti e soprattutto del loro modo di concepire e fare fumetti che, ci auguriamo, possa evolversi senza cambiare mai.