Il primo crossover mutante della storia, uscito per la prima volta alla fine degli anni 80, è ancora oggi una lettura incredibile, che non risente affatto degli anni passati. Con questa recensione vogliamo farvi (ri)scoprire un grande classico degli X-Men, da recuperare quanto prima
In tempo di quarantena da Covid-19, una lettura può cambiare la vita. Lo hanno capito subito tutte le principali case editrici italiane di fumetti ed infatti nel mese di marzo hanno inondato il web con le versioni digitali di fumetti presenti nel loro catalogo, gratis o a prezzi molto contenuti, per sopperire all’assenza di nuove uscite dovuta al lockdown e offrire un motivo di svago a tutti gli appassionati.
Tra le tante proposte targate Marvel di Panini Comics, vale la pena scaricare Inferno: si tratta infatti del primo crossover tra le varie testate dedicate ai mutanti (Uncanny X-Men, X-Factor e New Mutants) pubblicato alla fine degli anni 80 e rimane uno snodo fondamentale per le trame ideate da Chris Claremont nella sua più che decennale gestione dei pupilli di Xavier.
Al centro della saga c’è una figura femminile dal nome probabilmente ispirato ad un personaggio del romanzo “La donna che visse due volte”: Madelyne Pryor.
Madelyne è una donna dai capelli rossi entrata nella vita di Scott Summers dopo la morte dell’amore della sua vita, Jean Grey, sacrificatasi per liberare l’universo dalla forza Fenice, che si era impossessata di lei facendola impazzire nella leggendaria saga di Fenice Nera. Madelyne incontra Scott e subito conquista il suo cuore: è bellissima, ha un passato misterioso e assomiglia dannatamente al suo amore perduto; i due si sposano, hanno un figlio di nome Nathan, e Ciclope lascia gli X-Men per stare con la sua famiglia. L’idillio però dura pochissimo: Scott viene a sapere che Jean è ancora viva e, senza dare troppe spiegazioni, abbandona Madelyne e suo figlio per tornare dal suo primo amore, formando con lei una nuova squadra di supereroi chiamata X-Factor, assieme ai restanti tre X-Men originali Bestia, Uomo Ghiaccio e Arcangelo (che, ai tempi, stava ancora lottando per superare il condizionamento di Apocalisse).
Madelyne, da sola e in preda al dolore, viene attaccata da Sinistro e dai suoi Marauders e solo l’intervento degli X-Men (Tempesta, Colosso, Rogue, Dazzler, Longshot, Psylocke, Wolverine e Havok) le salva la vita. Da questa esperienza Maddie esce ancora più provata, poiché perde suo figlio e con lui ogni ragione per vivere. Gli X-Men però le stanno accanto e l’aiutano a riprendersi; Madelyne si trasferisce in Australia nella base temporanea degli uomini X e instaura un rapporto speciale con Havok, fratello di Ciclope. In questo periodo Maddie fa anche la conoscenza di due demoni, S’ym e N’astirh, che sono interessati a lei per usarla come alleata nel loro piano di invasione della Terra e per questo le donano dei poteri e la spingono a cedere al lato peggiore di sé, dando inizio alla sua trasformazione nella Regina dei Goblin.
Parte da qui Inferno e tutti i nodi legati al personaggio di Madelyne Prior vengono al pettine: stretta l’alleanza con i demoni del limbo, la rossa va in cerca di vendetta sui due uomini che l’hanno ferita, cioè Sinistro e Scott Summers. Mentre New York viene invasa dai demoni, la Regina dei Goblin scopre la verità sulle sue origini e il suo legame con Sinistro, perdendo definitivamente il senno. Servirà l’intervento congiunto di X-Men e X-Factor, non privo di reciproche incomprensioni, per fermare i piani di Sinistro e dei suoi Marauders (il villain si rivela essere l’inquietante manovratore dietro a molti eventi nella vita di Scott, Madelyne e Jean, tutti volti a realizzare il suo esperimento genetico definitivo, cioè Nathan Summers, il futuro Cable), le conseguenze del regolamento di conti tra Madelyne, il suo ex marito e la sua rivale in amore e la minaccia dei piani di conquista dei due demoni S’ym e N’astirh.
C’è anche il tempo di scoprire il destino di Illyana Rasputin, la Magik dei New Mutants, che con l’aiuto della sua squadra, di suo fratello Colosso e degli X-Terminators, dovrà affrontare i piani di S’ym riguardo il Limbo e la sua reggenza, combattendo per non rinunciare alla sua umanità.
Gli autori del crossover sono tra i migliori che il panorama fumettistico degli anni 80 potesse offrire: Chris Claremont e Loiuse Simonson ai testi, Marc Silvestri, Walter Simonson e Bret Blevins ai disegni.
Tra questi grandissimi artisti lo scrittore di punta è sicuramente Claremont: è l’uomo che ha reso Uncanny X-Men per lungo tempo la testata più popolare della Casa delle Idee, grazie alla sua abilità di creare personaggi ben caratterizzati, dalla storia spesso misteriosa e accattivante, calati in un arazzo narrativo fatto di elementi soap operistici (amori impossibili, morti improvvise, resurrezioni, equivoci, inganni e tradimenti), che spesso si sviluppava per anni, con trame lasciate volutamente in sospeso per diversi numeri, prima di essere riprese e sviluppate all’improvviso.
In Inferno lo scrittore inglese si trova a dover subire la convivenza con altri autori, X-Chris non ha mai amato ingerenze da parte delle alte sfere della Marvel o di altri colleghi nello sviluppo delle sue storie: celebri sono stati molti dissapori avuti durante la sua carriera con autori del calibro di John Byrne, Jim Shooter e da ultimo Jim Lee. In questo caso ha dovuto però fare buon viso a cattivo gioco, poiché grazie allo strumento narrativo del crossover la Casa delle Idee voleva sfruttare al massimo la straordinaria popolarità che gli X-Men avevano in quel periodo, condividendo la cabina di regia con Louise Simonson, ma è chiara fin dalle prime pagine la differenza di registro fra i due.
Claremont offre una soluzione plausibile a molte delle sue trame lasciate in sospeso negli anni con un’ abilità impareggiabile e lascia alla sua collega solo un ruolo marginale, che cresce giusto un po’ di più nella serie New Mutants. A farla da padrone in Inferno sono come sempre le evoluzioni del carattere dei personaggi e dei loro rapporti, tratteggiate con didascalie e dialoghi che alcuni definirebbero dallo stile retro, ma che riletti ad anni di distanza conservano intatta la loro profondità e capacità di emozionare. L’autore regala anche scene destinate a rimanere impresse nella memoria, come il bacio scenografico tra Wolverine e Jean Grey, che scatena in entrambi sentimenti repressi per anni, sotto lo sguardo geloso e incredulo di Ciclope.
Anche nella parte grafica Uncanny X-Men è la serie trainante con i disegni di Marc Silvestri, autore dal tratto semplice quanto spettacolare. Il disegnatore punta sempre a stupire con i suoi punti di forza: le splash page di forte impatto che scandiscono i momenti fondamentali della sceneggiatura e le sue X-girl, ritratte con corpi sinuosi e sguardi affascinanti, vestiti e capigliature alla moda, che le rendevano autentiche icone di bellezza. Questo diventerà un segno distintivo della carriera di Silvestri: il suo studio di produzione in seno alla Image Comics, la Top Cow, si specializzerà di li a poco nel produrre serie su eroine dalla bellezza conturbante come Phantom e Witchblade.
Walter Simonson, disegnatore di X-Factor, riporta lo stile del crossover su binari decisamente più classici, con i suoi disegni pieni di figure composte, plastiche, dal design quasi geometrico. Siamo molto distanti dallo stile innovativo di Silvestri, ma la solidità del tratto garantisce comunque un risultato finale di buon livello. Più sottotono appare invece la serie New Mutants realizzata da Bret Blevins, a cui tocca narrare la parte centrale dell’invasione demoniaca. La sue tavole si riempiono così di mostri che diventano sempre più esagerati ottenendo l’effetto, certamente non voluto, di stancare il lettore.
In queste giornate di clausura Inferno è quindi una lettura ideale: appassiona, diverte, permette di conoscere uno dei momenti più importanti della vita degli X-Men. Per vincere la noia non si può chiedere davvero di più.
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