> Rupert Sanders, regista del remake de Il Corvo, lo definisce un “film indipendente e grintoso, vicino all’oscurità e alla violenza del graphic novel”.
Per una generazione intera – forse più di una – Il Corvo del 1994, con la regia di Alex Proyas, è un film di culto, che va molto oltre il semplice adattamento cinematografico di un fumetto. Dall’omonima graphic novel – pubblicata tra il 1988 e il 1989, e scritta da James O’ Barr – il film di Proyas ereditò l’esplorazione oscura e cruda del processo di elaborazione del lutto.
La meravigliosa performance di Brandon Lee, la sua tragica scomparsa durante le riprese, la stupefacente colonna sonora dei The Cure, l’aria di soprannaturale e di gotico di cui la storia è pervasa, resero la pellicola un pezzo delle nostre vite, delle nostre storie; la fotografia di un momento. Grunge allo stato puro.
Il film riuscì a portare il lavoro di O’ Barr a un altro livello: la graphic novel raccontava in parte un lutto reale – l’autore aveva cominciato a scriverla dopo aver perso la fidanzata in un incidente d’auto; a quel processo di elaborazione, il film aggiunse tinte calde come il fuoco eppure oscure come la morte, generando un racconto fuori dal mondo, o meglio tra i mondi.
Per quanto anche il fumetto giocasse col soprannaturale (qui potete trovare un nostro articolo sulle differenze con il film), il modo in cui Proyas riuscì a raccontare e far arrivare il senso di magico, diabolico, ultraterreno, colpì dritto al cuore, forse complice anche la potenza visiva della settima arte.
Con questo bagaglio così pesante sulle spalle, non stupisce che l’annuncio di un remake a opera di Rupert Sanders – già regista di Ghost In The Shell (chiaramente quello americano, non quello giapponese) – abbia scatenato emozioni variegate,dominate da una trepidante attesa (con una punta di timore da parte dei fan più affezionati). Sanders, comunque, ci ha tenuto a chiarire che la sua versione avrà ben poco di holliwoodiano…
Il Corvo – Un remake indipendente
In un’intervista con Empire in occasione dell’esclusiva mondiale sulla seconda stagione de Glianelli del potere, il regista ha parlato anche de Il Corvo, dichiarando che non si tratterà del solito remake holliwoodiano che molti si aspettano:
«Questo film non ha proprio nulla a che vedere con Hollywood: è un grintosissimo film indie. Siamo riusciti a restare vicini al nucleo di violenza e oscurità della graphic novel, e lo abbiamo potuto fare solo perché non è un film degli studios.»
Certo, scegliere un percorso del genere non è privo di sfide: il budget assegnato a Sanders per Il Corvo è di “soli” 50 milioni di dollari, cifra che raggiunge a malapena quella media di un film MCU. Durante le riprese, il regista si è spesso trovato a dover fare dei lavori in prima persona – disegnare negli album di Eric, spargere sangue in giro – per non restare indietro coi tempi.
A detta sua, però, questo ha contribuito a rendere il film – e il suo lavoro – migliore:
«Ti costringe a essere più efficiente e a fare cose che risuonano a livello emotivo, e non siano solo spettacolari. Spero davvero che si stia aprendo una nuova era alla Easy Riders oToro Scatenato, un ritorno a film più coraggiosi, reali, sporchi [in originale, down-and-dirty, ndR], che pur essendo epici sono più strani e stravaganti.»
Be’, caro Rupert, ci speriamo anche noi: perché di “americanate” prive di anima ne abbiamo pieni gli occhi, e non solo.
Una possibilità a questo Il Corvo noi la daremo, tenendo le dita incrociate. E voi?
