Rintarō trionfa al Tezuka Osamu Cultural Prize 2025

Rintarō, il visionario regista anime che ha partecipato alla realizzazione di opere come Astro Boy per Mushi Production e Galaxy Express 999, quest’anno vince il Tezuka Osamu Cultural Prize.

Rintarō

Il leggendario regista Rintarō, il cui vero nome è Shigeyuki Hayashi, in questi giorni si è aggiudicato il prestigioso Grand Prize della 29ª edizione del Tezuka Osamu Cultural Prizepremio istituito nel lontano 1977 dal giornale Asahi Shimbun, con l’intento di onorare il leggendario ” Dio dei Manga”, premiando quelle opere e quegli artisti che con le loro opere hanno saputo incarnare al meglio il suo spirito innovativo.

Il riconoscimento è stato assegnato alla sua autobiografia a fumetti 1-byō 24-koma no Boku no Jinsei” (“La mia vita a 24 fotogrammi al secondo”), un’opera che conferma ancora una volta l’enorme versatilità del Manga come mezzo di divulgazione, ma che soprattutto ancora una volta mette in risalto l’enorme talento di Rintarō, che fin dal suo esordio <,come animatore della Mushi Production ( fondata dallo stesso Tezuka) negli anni 60, ad oggi ha saputo plasmare intere generazioni grazie alla sua regia visionaria.

Il trionfo di Rintarō

La mia vita a 24 fotogrammi al secondo, serializzato sulle pagine di Big Comic Superior, al suo interno ripercorre le tappe fondamentali della vita del Sensei, esplorando inizialmente l’infanzia di Rintarō nella Tokyo del dopoguerra, per vertere successivamente al suo debutto negli studi d’animazione Mushi Production negli anni Sessanta, fino ad arrivare alla fondazione di Madhouse ed esplorando i suoi vari approcci alla regia di capolavori come Metropolis (2001) e Galaxy Express 999 (1979).

La particolarità dell’opera tuttavia risiede nella sua realizzazione, infatti ogni capitolo è concepito come lo storyboard di un film: 24 vignette-fotogramma al minuto che scorrono con il ritmo ipnotico di una pellicola proiettata in sala, facendo così perdere il lettore nel fiume della narrazione di una vita ricca di tappe significative che ha saputo regalare emozioni ad intere generazioni di lettori e spettatori.

Un vero e proprio ponte tra anime e manga che a detta di giurati del calibro di  Mari Yamazaki (autrice di Thermae Romae) e di Frederik L. Schodt, mette in scena una narrazione perfettamente equilibrata nella quale introspezione e rigore documentaristico si alternano, offrendo al lettore un ponte perfetto tra memoria analogica del cinema su pellicola e la sensibilità digitale delle nuove generazioni, assottigliando in qualche modo il confine tra immagini in movimento e quelle sequenziali, dando vita così ad un’opera senza eguali, che al momento non è ancora disponibile sul nostro territorio, ma che varrà sicuramente la pena di recuperare anche solo per rivivere la nascita di alcune opere che hanno segnato la storia dell’animazione giapponese in Italia


Xuan

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Xuan di Narvali Nerd, classe 93. Per diletto e passione parlo di cultura nerd, dai Manga ai fumetti, dai film all'animazione, insomma qualsiasi cosa attiri la mia attenzione

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