Il 1° gennaio 2025 arriva nelle sale cinematografiche “Nosferatu“, l’attesissimo horror diretto da Robert Eggers e interpretato da un cast stellare. Per celebrare l’evento, noi di MegaNerd.it vi accompagniamo con una serie di approfondimenti dedicati alla storia di questo iconico personaggio. In questo terzo (e ultimo) episodio parliamo di “Nosferatu – Il Principe della Notte“, adattamento cinematografico del 1979 di Werner Herzog con Klaus Kinski nei panni del Conte Dracula
Il genere horror segna momenti di svolta nella storia del cinema
Senza ombra di dubbio la figura di Nosferatu ha segnato momenti di svolta nella storia del cinema tedesco. Nel primo episodio del nostro percorso (che potete recuperare in questo articolo), abbiamo esplorato come il primo adattamento cinematografico, non autorizzato, del Dracula di Bram Stoker sia diventato il film manifesto del movimento espressionista tedesco.
Lo stile della pellicola incarna perfettamente gli elementi distintivi di quel movimento, nato in un’epoca di straordinaria creatività nel panorama artistico. Le scenografie del film di Friedrich Wilhelm Murnau sono volutamente lontane dal realismo, trasfigurando la realtà con forme ed elementi surreali. Questo approccio, vicino a una sorta di realismo magico, ha creato terreno fertile per lo sviluppo di capolavori horror come “Nosferatu – Il Vampiro.”
Il Nuovo Cinema Tedesco
Facciamo un balzo di oltre 50 anni e giungiamo alla fine degli anni 70, in concomitanza con il momento di massimo sviluppo di un altro movimento artistico che ha segnato la storia del cinema tedesco. Il “Nuovo Cinema Tedesco” nacque dalla determinazione di un gruppo di cineasti decisi a risollevare il settore, ormai in una crisi stagnante. Ventisei registi sottoscrissero un manifesto in cui denunciavano una situazione critica, aggravata da una carenza di risorse finanziarie e dalla scarsa affluenza di pubblico al botteghino.
Con questo documento, i firmatari si dichiararono pronti ad assumersi i rischi economici necessari per sviluppare una nuova forma di cinema, libera da vincoli commerciali, culturali ed estetici. Mai come oggi, un movimento simile sarebbe quanto mai necessario…
Werner Herzog, un tipo dalla vita stravagante
Tra questi ventisei registi spicca la figura di Werner Herzog, regista di Monaco di Baviera, oggi considerato uno dei maggior cineasti viventi della storia del cinema. Herzog, al tempo quasi esordiente, divenne uno degli esponenti di maggiore rilevanza del “Nuovo Cinema Tedesco” consolidando un percorso di carriera nato in giovane età, dopo aver rubato una cinepresa da 35mm alla scuola di cinema di Monaco.
Non è certo questo l’ episodio più curioso della sua stravagante vita. Dovremmo raccontarvi di quando visse tra i senza tetto di New York, oppure di quella volta che si guadagnò da vivere trasportando illegalmente merci attraverso il confine che divideva il Messico con gli Stati Uniti. Ma questa è un’altra storia e, di sicuro, non oggetto di questo approfondimento.
Tra i maggiori successi commerciali del “Nuovo Cinema Tedesco” – un movimento che nel frattempo aveva tratto grande impulso dalla nascita della “Filmverlag der Autoren“, casa di distribuzione dedicata al sostegno del cinema indipendente e fondata, oltre che da Werner Herzog, da Wim Wenders e Werner Schroeter – spicca “Nosferatu – Il Principe della Notte“.
Un legame simbolico tra due movimenti culturali
“Nosferatu – Il Principe della Notte”, uscito nel 1979, rappresenta il primo remake della celebre pellicola del 1922 di Friedrich Murnau e, al tempo stesso, il primo adattamento moderno del Dracula di Bram Stoker. Questo significa che se desiderate recuperarlo, non dovrete confrontarvi con gli stilemi tipici del cinema muto. Werner Herzog decise di realizzare la sua personale rivisitazione di quella che egli stesso considerava la più grande opera cinematografica mai prodotta in Germania, creando un legame simbolico tra due movimenti culturali distinti.
Herzog beneficiò di un significativo vantaggio rispetto al suo predecessore: all’epoca della lavorazione di “Nosferatu – Il Principe della Notte“, i diritti d’autore detenuti dalla famiglia di Bram Stoker erano ormai scaduti. Questo permise a Herzog di utilizzare liberamente i nomi originali dell’opera dello scrittore di Dublino. Considerando che Murnau, al contrario, fu costretto a distruggere tutte le copie del suo film a seguito della causa persa contro la vedova Stoker, è evidente come il terreno su cui nacque la pellicola di Herzog fosse decisamente più favorevole.
Il Dracula di Herzog: cupo, dark e folk
Nonostante l’impegno a mantenersi fedele all’opera originale, Herzog si concesse qualche piccola licenza per provare a rendere del tutto personale la sua rivisitazione. Oltre a scambiare i nomi di Mina e Lucy, il regista tedesco adottò un approccio più affine all’epoca in cui è stata concepita la pellicola. Confrontando i due film , in “Nosferatu – Il Principe della Notte” possiamo apprezzare una maggiore attenzione per gli elementi folkloristici a contorno della trama. Fanno la loro comparsa gli Tzigani, il gruppo di zingari che svolgono compiti di manovalanza al servizio del Conte Dracula.
Il tono cupo e dark caratteristico dell’opera originale viene mantenuto grazie anche alla suggestiva colonna sonora dei Popol Vuh, gruppo tedesco che fondeva musica elettronica con elementi new age. Nella pellicola di Herzog si percepisce una maggiore luminosità, quasi a voler evocare, con un tocco simile a quello delle opere di Caspar David Friedrich, paesaggi vasti e atmosfere romantiche, senza però rinunciare a una buona dose di surrealismo.
Tra le sequenze meglio riuscite spicca il banchetto organizzato dai pochi superstiti della cittadina di Wismar, tranquillo borgo affacciato sul Mar Baltico e oggi patrimonio UNESCO, ormai piegata dalla peste. Una celebrazione che si svolge in una città invasa dai ratti, una scena che oggi potremmo tranquillamente annoverare nel genere folk horror.
Klaus Kinski, un tipo dal carattere complicato
Per il ruolo del terrificante Conte Dracula viene ingaggiato uno degli attori più importanti, non solo del panorama tedesco: Klaus Kinski. Una decisione sorprendente sotto molti aspetti, considerando il burrascoso rapporto tra l’attore di Sopot e il regista di Monaco di Baviera. È noto, infatti, che durante le riprese di “Aguirre, furore di Dio“ – lungometraggio girato quasi dieci anni prima di “Nosferatu – Il Principe della Notte“ – i due arrivarono addirittura allo scontro fisico, con tanto di minacce di morte.
Nonostante ciò, il sodalizio artistico tra Kinski e Herzog si dimostrò solido, anche se richiese alla troupe uno sforzo supplementare per ridurre al minimo lo stress dell’attore al fine di prevenire possibili situazione di conflitto sul set. Nonostante gli sforzi della produzione, le riprese di “Nosferatu – Il Principe della Notte” si rivelarono particolarmente complesse e contribuirono a mettere a dura prova il già fragile carattere di Klaus Kinski. Una delle principali difficoltà derivava dalla necessità di realizzare il film in due versioni, una in tedesco e una in inglese.
Fin qui nulla di insolito, penserete, se non fosse che Herzog si oppose fermamente all’idea di utilizzare il doppiaggio. Di conseguenza, ogni scena contenente dialoghi dovette essere girata due volte: una in inglese e una in tedesco. Non sorprende, dunque, che il povero Kinski abbia più volte preso in considerazione l’idea di strangolare il buon Werner Herzog…
La scelta di Herzog di ingaggiare Klaus Kinski si rivelò vincente. L’attore, nella sua caratterizzazione del Conte Dracula, cercò di richiamare l’iconica interpretazione di Max Schreck attraverso l’aspetto e la postura, ma aggiunse una caratterizzazione tutta personale. Il risultato fu un Conte Dracula intriso di malinconia: un essere tormentato, infelice e irresistibilmente attratto dall’amore per Lucy. Come un principe azzurro (ma molto più dark), lo vediamo nel finale della pellicola fare ritorno nelle tenebrose lande in groppa al suo fedele destriero, dopo che la sua amata si è sacrificata per salvare la vita al marito.
Guarda chi si rivede: il Dottor Van Helsing
Tra i meriti della versione di Werner Herzog c’è sicuramente quello di aver reintrodotto, seppur con un minutaggio estremamente limitato, la figura di Abraham Van Helsing (qui interpretato da Walter Ladengast), il medico olandese che si occupa della “febbre cerebrale” (per tacere del termine “possessione”) che tormenta il povero Jonathan Harker al suo ritorno dalla spedizione in Transilvania. Totalmente assente nella versione di Murnau, Van Helsing è diventato una figura iconica nella mitologia di Dracula.
Antagonista del terrificante Conte, Van Helsing fa ricorso alla conoscenza e all’intelletto piuttosto che alla forza bruta. Un cacciatore di vampiri che si è guadagnato persino il ruolo di protagonista nel film “Van Helsing“ (2004), interpretato da Hugh Jackman. Sarà proprio il dottor Van Helsing a sconfiggere Dracula in “Nosferatu – Il Principe della Notte” trafiggendolo con un paletto di frassino, altro elemento classico della mitologia dei vampiri ripristinato da Werner Herzog.
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Se volete recuperare le puntate precedenti del nostro percorso di approfondimento su Nosferatu, questi sono i puntamenti:
- Road to…Nosferatu- Parte 1: Murnau e il cinema espressionista tedesco
- Road to…Nosferatu- Parte 2: Tra mito e realtà. Le leggende dietro Nosferatu