Road to… Nosferatu – Parte 2: Tra mito e realtà. Le leggende dietro Nosferatu

Il 1° gennaio 2025 arriva nelle sale cinematografiche “Nosferatu“, l’attesissimo horror diretto da Robert Eggers e interpretato da un cast stellare. Per celebrare l’evento, noi di MegaNerd.it vi accompagneremo con una serie di approfondimenti dedicati alla storia di questo iconico personaggio. In questo secondo episodio, esploriamo  torniamo a parlare della prima incarnazione cinematografica di Nosferatu, realizzata nel 1922 da Friedrich Wilhelm Murnau. Attorno alla produzione di questo film si sono intrecciate numerose leggende, alcune delle quali hanno persino ispirato la realizzazione di un lungometraggio

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Da cenere a leggenda

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Friedrich Wilhelm Murnau

Nella puntata precedente del nostro percorso di avvicinamento all’uscita di “Nosferatu” diretto da Robert Eggers – un evento da non perdere al cinema il 1° gennaio 2025 –  vi abbiamo parlato di “Nosferatu – Il Vampiro“, pellicola considerata non solo un pilastro del cinema horror, ma anche un capolavoro del cinema espressionista tedesco. Se negli ultimi giorni siete stati sopraffatti dalla follia o se siete stati morsi da un vampiro che ha alterato la vostra percezione della realtà, non vi resta che recuperare l’articolo.

In quell’approfondimento vi abbiamo raccontato di come quella pellicola non avrebbe dovuto sopravvivere fino ai giorni nostri. Friedrich Wilhelm Murnau, il regista che ha trasformato “Nosferatu – Il Vampiro” in un autentico capolavoro, desiderava realizzare un adattamento per il grande schermo del “Dracula” di Bram Stoker, romanzo epistolare del 1987 oggi riconosciuto come uno delle prime opere gotiche della storia della letteratura horror. Un libro che ha influenzato profondamente l’intero panorama horror negli anni a venire, dal cinema alla letteratura, dai fumetti alla cultura popolare.

Murnau non acquisì i diritti d’autore e cercò di superare l’ostacolo adoperando un esercizio di riscrittura dell’opera originale, dai nomi dei personaggi ad alcuni elementi della trama. Purtroppo questo non fu sufficiente ad evitare una disputa legale intentata dalla famiglia Stoker. Murnau perse la causa è fu costretto, suo malgrado, a distruggere tutte le copie della pellicola. Il regista tedesco disobbedì alla sentenza, conservando segretamente una sola copia per non vanificare un lavoro a cui aveva dedicato ogni energia.

Questa e tante altre storie legate alla lavorazione di “Nosferatu – Il Vampiro” hanno impreziosito un’opera già di per se ricca di fascino. Nel corso di anni si sono intrecciate numerose leggende più o meno fantasiose dietro la produzione di questo lungometraggio. È venuto il momento di scoprirle assieme !

Apologia di vampirismo

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Maria Teresa d’Austria

Il detto dice: “Date a Cesare quel che è di Cesare“. Il mito del vampiro affonda le sue radici ben prima del celebre romanzo di Bram Stoker. Questa figura mitologica che sopravvive nutrendosi del sangue delle sue vittime e che è diventata dominante nel genere horror, appare per la prima volta in un’opera di narrativa nel 1819.

La rivista “New Monthly Magazine” pubblicò un racconto breve dal titolo “Il Vampiro“, opera inizialmente attribuita a Lord Byron e che raccolse le lodi di Johann Wolfgang von Goethe. L’autore dello scritto fu in realtà John Polidori, il medico personale di George Byron, un tizio che nel tempo libero amava coltivare il suo talento per la scrittura. Polidori ebbe il merito di introdurre la figura del vampiro nelle arti, elevandolo da semplice elemento del folklore del sud-est Europa a demone aristocratico alla caccia di prede dell’alta borghesia. Questo accrescimento di visibilità ha alimentato la controversia tra coloro che credevano nell’esistenza dei vampiri e tra quelli che sostenevano fosse solo una leggenda.

Per porre fine al dibattito fu addirittura coinvolta l’Imperatrice Maria Teresa d’Austria la quale, con il supporto del proprio medico personale, avviò una propria indagine che portò a sconfessare le credenze popolari. L’imperatrice pose fine alla controversia emanando una serie di provvedimenti finalizzati ad impedire la riesumazione e lo scempio dei cadaveri accusati di vampirismo.

Si sa, però, che le credenze popolari sono dure a morire.

Un nome che è tutto un programma

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Max Schreck nella parte del Conte Orlok

Friedrich Wilhelm Murnau, con l’intento di aggirare le leggi sul diritto d’autore, realizzò quella che è stata definita “una libera interpretazione” del Dracula di Bram Stoker. Il lavoro di adattamento iniziò con la modifica dei nomi dei personaggi principali. Ci piace immaginare che il regista tedesco e Henrik Galeen – lo sceneggiatore ingaggiato dalla casa produttrice “Prana Film” per la realizzazione dello script di “Nosferatu – Il Vampiro” – si siano divertiti molto in questo processo, visto che a un osservatore attento non sfuggirà che i nomi scelti non sono affatto casuali.

Il nome “Nosferatu”  ha sia origini romene  – nello specifico dal termine “Nosferat“,  che letteralmente significa “non-spirato” – sia origini greche dove il termine deriva da “Nosophoros” che significa  “portatore di pestilenza“. L’associazione tra vampirismo e malattia è un aspetto che viene approfondito solo a partire dal romanzo di Bram Stoker. Un elemento che, per Murnau, fu quindi impossibile ignorare.

Il conte Dracula del romanzo di Stoker diviene, in “Nosferatu – Il Vampiro”, il conte Orlok. Secondo alcune interpretazioni, il nome “Orlok” rappresenta una derivazione fonetica della parola romena “Ordog” (ovvero “Diavolo“) e della parola slovacca Vrolok (ovvero “vampiro” o “lupo mannaro“).

Infine, la curiosità più sorprendente riguarda il nome dell’attore che ha interpretato il terrificante conte Orlok nel “Nosferatu – Il Vampiro” di Murnau. L’onere (è il successivo onore) è toccato a Friedrich Gustav Max Schreck, un attore tedesco divenuto iconico proprio grazie a quella performance. La coincidenza curiosa che ha alimentato leggende ancora più affascinanti è legata al nome “Max Schreck”, che, tradotto letteralmente, significa “Massimo Spavento“.

Max Schreck, chi era costui ?

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Max Schreck

Ti chiami “Massimo Spavento”, fai l’attore, e reciti in un film in cui interpreti il Conte Dracula. A leggerla oggi sembra una barzelletta. Impossibile da credere, sopratutto in un’epoca dove molti pensavano che i vampiri esistessero veramente. Insomma, all’esistenza di un attore chiamato Max Schreck molti non credettero. I più moderati sostenevano che dietro il volto aquilino, il naso sottile e molto pronunciato, la fronte alta e prominente, la bocca ferma in un’espressione quasi crudele, i denti bianchi e aguzzi e lo straordinario pallore, si celasse lo stesso Murnau reso irriconoscibile dal pesante trucco, e che il nome “Max Schreck” fosse solo uno pseudonimo per celare l’identità del regista tedesco.

I più audaci hanno avanzato un’ipotesi tanto bizzarra quanto affascinante. Secondo questa teoria, a interpretare il ruolo del conte Orlok sarebbe stato ingaggiato un vero e proprio vampiro dei Carpazi. Un’idea alimentata dai racconti dei membri della troupe che ebbero modo di conoscere sul set questo singolare attore.

Schreck non aveva mai lavorato su un set cinematografico, nessuno ne aveva mai sentito parlare prima della produzione di “Nosferatu – Il Vampiro”. Secondo alcune testimonianze, Schreck fu presentato al cast, con trucco e parrucco, solo durante le riprese in cui era protagonista. L’intento fu quello di generare una reazione di reale spavento che avrebbe reso più realistica la recitazione degli attori. Un espediente che, a dire il vero, non è così inusuale.

Lo stesso stratagemma, infatti, è stato utilizzato più recentemente da Andy Muschietti durante la realizzazione di “IT“. La presenza di Bill Skarsgård nei panni del clown Pennywise fu mostrata al cast solo nel momento fatidico del primo ciak in cui l’essere creato dalla fantasia di Stephen King appare, suscitando nei colleghi impegnati nella scena un autentico senso di terrore. In aggiunta a tutto questo, molti racconti dal set narrano il singolare comportamento avuto da Schreck sul set. Secondo quanto è stato raccontato, l’attore tedesco non è mai uscito dal personaggio, nemmeno durante le pause tra una ripresa e l’altra. Nessuno della troupe è riuscito a vedere il volto di Schreck senza trucco.

Purtroppo, la realtà si rivela molto più semplice e meno suggestiva rispetto alle leggende. Secondo i documenti dell’epoca, Max Schreck, figlio di un cartografo e cresciuto nelle campagne intorno a Berlino, fu un attore teatrale e cinematografico estremamente prolifico. Se si esclude la parte del Conte Orlok che rese immortale la sua celebrità (scusate l’utilizzo del doppio senso…), fu impegnato prevalentemente in ruoli minori o secondari. Uno dei suoi maestri fu Konstantin Sergeevič Stanislavskij, e quindi la sua abitudine di non uscire dal personaggio durante le pause tra le riprese sarebbe stata una semplice applicazione del Metodo. Alla sua morte, avvenuta nel 1936 per arresto cardiaco all’età di 56 anni, si contano 725 ruoli differenti tra cinema e teatro.

Miti e leggende che hanno ispirato un film

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Era inevitabile che un materiale così prezioso e affascinante ispirasse un progetto cinematografico. Qualcuno ci ha pensato e ha dato vita a un omaggio straordinario a Friedrich Murnau e al suo iconico “Nosferatu – Il Vampiro”, immaginando in maniera del tutto fantasiosa il dietro le quinte della lavorazione di quel film. Nel 2000 arriva “L’Ombra del Vampiro“, prodotto dalla “Saturn Films” (la casa di produzione di Nicolas Cage) e diretto da Edmund Elias Merhige, un regista americano che si è distinto per il suo approccio sperimentale al genere horror.

Il lungometraggio racconta di come Murnau, ossessionato nel realizzare un adattamento del Dracula di Stoker il più realistico possibile, abbia ingaggiato un vero e proprio vampiro per la parte del Conte Orlok. La storia si concentra sugli eventi accaduti durante le riprese in esterna, ambientate in Cecoslovacchia anziché in Romania. Murnau mantiene il massimo riserbo sull’identità dell’attore, un individuo misterioso che la troupe incontra per la prima volta solo al momento del primo ciak.

Max Schreck viene interpretato da uno straordinario Willem Dafoe. La sua performance come alter ego del Conte Orlok è tagliata a pennello su un attore che, nella sua storia cinematografica, sembra prediligere parti di personaggi tormentati e maledetti. Per la parte di Friedrich Murnau viene ingaggiato John Malkovich, che offre un’interpretazione intensa di un uomo ossessionato dall’idea di realizzare, a qualunque costo, quello che considera il suo capolavoro definitivo.

Il Murnau descritto in “L’Ombra del Vampiro” è un regista autoritario, disposto a tutto pur di raggiungere il proprio obiettivo, persino a stringere accordi “non convenzionali” con un vampiro pur di assicurarsi la sua presenza nel cast. Oltre all’opera di riscrittura fantasiosa della natura dell’interprete di Nosferatu, anche il ritratto di Murnau è frutto di un forte esercizio di fantasia. Chi ha conosciuto il vero Murnau lo descrive come un uomo di grande talento, sensibile e attentissimo tanto al copione quanto alle esigenze del suo cast.

Il film si è affacciato all’edizione 2001 della notte degli Oscar forte di due nominations (tra cui quella nella categoria “Miglior attore non protagonista” per Dafoe) senza però arrivare al riconoscimento finale. L’attore statunitense è stato beffato al fotofinish da Benicio del Toro, premiato per la parte del poliziotto messicano in “Traffic“.

“L’Ombra del Vampiro” è un film molto bello e  se non l’avete visto l’invito è quello di recuperarlo, anche se attualmente non è disponibile in nessuna piattaforma di streaming. Da gennaio 2025, crediamo, si tornerà a parlare parecchio del mito di “Nosferatu”. Possibile non ci sarà da attendere molto per trovarlo nuovamente disponibile.


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Mr. Rabbit

Stanco dal 1973. Ma cos'è un Nerd se non un'infanzia perseverante? Amante dei supereroi sin dall'Editoriale Corno, accumula da anni comics in lingua originale e ne è lettore avido. Quando non gioca la Roma

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