Durante ARF! 2024 MegaNerd ha incontrato Gianmarco Fumasoli, sceneggiatore ed editore di Samuel Stern con la sua Bugs Comics. Lo aveamo intervistato per voi già un paio d’anni fa; ora scopriamo insieme a lui le nuove sfide dell’ambiziosa casa editrice da lui guidata
Parlare con un professionista come Gianmarco Fumasoli è sempre un grande piacere. Perché è schietto, non si nasconde dietro a facili giochi di parole, ma spiega, racconta, comunica.
Per un giornalista, Gianmarco (mi permetto il tono confidenziale) è l’intervistato perfetto. Lo abbiamo incontrato durante la decima edizione di ARF! Il Festival del Fumetto di Roma e insieme a lui abbiamo parlato di tantissime cose: di Samuel Stern, ovviamente. Ma non solo: il futuro porterà tantissime novità in casa Bugs Comics e qualcosa possiamo già anticiparla grazie a questa bella chiacchierata.
Intervista a Gianmarco Fumasoli
Ciao Gianmarco, bentornato su MegaNerd.
Grazie, bentrovati!
Allora, come sta andando questo ARF!?
Bene. È il primo giorno, quindi chiaramente si inizia in maniera lenta, ma l’ARF è sempre una bella esperienza.
Questo è un festival un po’ diverso da tutti gli altri, qui si ha davvero la sensazione che il fumetto sia al centro di tutto.
Sì, perché di fatto lo è, quindi riusciamo anche ad avere un contatto più ravvicinato con i nostri lettori, perché ci sono poche persone. Sai, quando si dice ‘pochi ma buoni’, nel senso che alla fine chi viene qui è interessato al fumetto. È proprio il palcoscenico che ci serve di più.
Partiamo da Samuel Stern, perché necessariamente dobbiamo partire da quello che è – di fatto – il nuovo di portabandiera di Bugs Comics (e neanche più tanto nuovo). Abbiamo scavallato i 50 numeri, quindi un bel traguardo è stato raggiunto. Questo è un periodo di grandissimi cambiamenti per il nostro Rosso…
Sì, è un periodo di grandi cambiamenti, che è stato apprezzato non da tutti, devo dire la verità, perché non c’è l’abitudine a una run così lunga e così complessa. Soprattutto perché Samuel è un personaggio molto psicologico e quindi ha le sue necessità narrative. Per forza di cose dovevamo arrivare a questo punto, a questo climax forte dove si risolvono alcune situazioni, e si riparte con un Samuel nuovo, ormai fra pochi mesi. Siamo a tre numeri dal finale de L’Apocalisse e poi si ripartirà con un nuovo Samuel.
L’ultima volta che ci siamo incontrati mi hai detto che avete una programmazione piuttosto ampia: in questo momento a quanti numeri siete, rispetto a quello attuale?
Be’, stiamo lavorando fino al 66-67, quindi siamo abbastanza avanti, anche se meno rispetto al passato. Abbiamo rallentato un po’ da quel punto di vista, ma lavoriamo sempre con largo anticipo.
Da editore quanto è importante avere questo “cuscinetto”?
Da una parte è importante perché ti permette di lavorare con più calma: più storie hai in preparazione, e più hai tempo per lavorare alle successive. Dall’altra, è chiaro che a livello organizzativo e anche economico è un’esposizione grande: più bacino di storie pronte hai, più sei esposto economicamente, perché le hai lavorate, le hai disegnate, le hai realizzate. Questo vuol dire che nel momento in cui vuoi cambiare rotta a qualcosa, o riorganizzare, è più difficile perché hai tante storie pronte. Però è comunque un vantaggio, nel momento in cui esci.
Mi sembra di capire che la salute di Samuel sia abbastanza buona, ha uno zoccolo duro di lettori ormai consolidato. Incrociamo le dita, ma dovremmo essere ancora un bel numero (ovviamente mi metto anche io tra i fan del personaggio). Da non dimenticare che il nostro Rosso appena nato ha dovuto affrontare subito un grande ostacolo: la pandemia. Per una testata nuova, un personaggio completamente nuovo, un inizio più in salita di questo è difficile da immaginare…
Eh, non è stato un periodo facile. Noi siamo usciti e dopo quattro mesi è arrivata la fine del mondo! Sai, quell’evento mai successo nella storia dell’umanità, nella storia moderna… è arrivato proprio quando è uscito Samuel Stern!
Però lui stoicamente è andato avanti, non è uno che si lascia intimidire da un virus qualunque. E arriviamo a Kalya, la seconda serie regolare da edicola…
Arriviamo a Kalya, il fantasy di casa Bugs, che è uscito ormai a novembre di due anni fa e che sta proseguendo la sua strada. Siamo contenti, procediamo a dritta. E stiamo anche lavorando a cose nuove, sia per la fumetteria che per l’edicola.
Kalya, è stata una grande novità per voi, nel senso che il fantasy in questo modo non lo avevate mai affrontato, come casa editrice: quindi forse è stato un salto nel vuoto anche più grande di quello fatto con Samuel.
Sì, ma alla fine devi rischiare in qualche modo, trovare strade nuove, direzioni differenti… Il fantasy era un momento buono per lavorarlo: avevamo un team di autori – Luca Lamberti e Leonardo Cantone – preparati e disponibili ad affrontare la sfida, che è andata bene, per cui siamo contenti.
Per Kalya ho notato che l’apparato grafico è forse più ricercato, rispetto a quello di Samuel Stern. Sono state fatte scelte stilistiche diverse?
Sì, è la prima volta che non mi occupo io direttamente di qualcosa che viene lavorato in Bugs, sono Leonardo e Luca che hanno il controllo, io ho solo la supervisione, per cu Kalya vive del loro gusto. Che per fortuna è diverso dal mio: è sempre meglio variare, alla fine. Questa è anche un po’ la direzione in cui ci stiamo spingendo autorialmente per il prosieguo della Bugs.
Hai accennato prima che ci sono altre lavorazioni e novità. Possiamo ipotizzare una terza testata regolare?
Be’, se tutto va bene, nel 2025 avremo due testate nuove, diciamo per la stagione 2025/2026; stiamo ancora capendo bene un po’ di cose, ma ormai sarà così, e tra l’altro stiamo lavorando anche sulla serialità da fumetteria.
Ecco, quella sarebbe stata la mia prossima domanda.
Sì, perché alla fine comunque il nostro problema è stato separarci dalle fumetterie per dedicarci alle edicole: il gruppo eravamo sempre noi, quindi o facevamo una cosa o l’altra. Adesso si sono affiancati a me alcuni autori, a Paolo Altibrandi un’altra persona che sta imparando da Paolo a lavorare un certo tipo di prodotti, in un certo modo, sempre con la supervisione finale di Paolo.
In questo modo, riusciamo a rimanere in piedi, in equilibrio tra le fumetterie e le edicole, per cui stiamo lavorando a progettualità seriali da fumetteria. Di uno è uscito il numero uno lo scorso anno, Galdor, che è uno spin-off di Kalya ma che vive di vita propria e ha avuto un grande successo. A Lucca 2024 arriverà il secondo volume.
Un po’ come I Racconti dal Derryleng…
Esatto, un po’ come I Racconti dal Derryleng. E anche altre produzioni da fumetteria che vedranno la luce quest’anno. Arriveranno due serie nuove, da fumetteria, che vedranno la luce a Lucca.
Parlando più all’editore che allo sceneggiatore, che effetto fa vedere la tua creatura crescere così tanto? Quando siete partiti facevate pochissimi volumi, solo da fumetteria; poi come detto sono arrivate le edicole e il grande successo con Samuel Stern, che adesso è stato confermato con Kalya. Che sensazione ti da voltarti e vedere quanta strada è stata fatta?
È una bella sensazione: io dico sempre che non riesco a godermi il momento perché c’è sempre tanto da fare, però più c’è da fare e più vuol dire che le cose stanno andando in una direzione. Poi il mercato è in continuo cambiamento, per cui stiamo cambiando pelle anche noi: abbiamo aperto la scuola, l’abbiamo riorganizzata, abbiamo fatto un grosso cambio, il ritorno in fumetteria… però è bello vedere che siamo arrivati a un livello per cui si cambia, si muta pelle, ma si prosegue a crescere nella direzione giusta. Sono molto contento.
Ormai siete anche un punto di riferimento: mi è capitato spesso di parlare con autori esordienti e sentir dire ‘La Bugs? Eh, magari!’.
È molto bello, è una cosa che chiaramente ci inorgoglisce. Tra le altre cose abbiamo da poco lanciato una challenge sui social, ‘Bugs Challenge 2024’, dove diamo spazio a tutti per rischiare di lavorare a storie brevi sui nostri personaggi. Siamo stati sommersi: abbiamo 160 iscrizioni, 98 storie in concorso. È bello insomma, tutto bello, molto.
Adesso siamo in un momento in cui i manga stanno andando per la maggiore e vediamo che anche altri editori stanno pubblicando i propri prodotti italiani in simil-tankobon. Tu come la vedi questa cosa?
Io leggo tutto; mi piacciono tantissimo i manga, ne leggo tanti – forse non quelli dei giovanissimi, gli young adults – conosco bene il medium. La prima ondata di manga è arrivata negli anni in cui io ero adolescente, per cui li ho vissuti già da Video Girl Ai in poi. Stiamo valutando anche noi qualcosa di questo genere, anche perché è una cosa generazionale. Ne parlavo stamattina con gli autori: la prima generazione di autori con cui lavoriamo si è formata sul fumetto americano, che strizza l’occhio al fumetto italiano, per cui riescono a lavorare anche in quel settore.
Oggi, i ragazzi che escono dalla scuola si formano sui manga, per cui escono con quel gusto estetico e incontrano lettori loro coetanei che hanno quel gusto estetico. Abbiamo già sperimentato una cosa del genere, su un volume che è uscito l’anno scorso e conteneva una storia breve di Samuel Stern in versione manga, disegnata da Francesca Biscotti e scritta da Marco Scali, che è piaciuta molto, per cui stiamo valutando la possibilità di aprirci anche noi a una pubblicazione, o a pubblicazioni, di quel genere.
Puoi darci qualche anticipazione di quello che vedremo prossimamente?
A Lucca Comics & Games 2024 presenteremo un po’ di novità. Avremo personaggi nuovi, tra cui posso dire che uscirà il primo numero di un seriale da fumetteria, di fantascienza, molto interessante, e anche un altro genere che stiamo affrontando e che, secondo me, sarà una bella sfida per la Bugs.
Poi usciranno alcuni speciali di Samuel Stern, tra cui – e questo lo dico in grande anteprima – stiamo lavorando sull’adattamento dei grandi romanzi del passato se fossero vissuti oggi nel mondo di Samuel. Usciremo col numero 1 a Lucca, che sarà Il Canto di Natale di Dickens, ed è un lavoro incredibile; non posso ancora dire gli autori coinvolti, lo diremo a breve, ma insomma… e usciranno altri tre o quattro prodotti interessanti.
A colori o in bianco e nero?
In bianco e nero. Ma hanno fatto veramente un gran lavoro; non c’entro nulla io, ho avuto l’idea, ma poi è scritto e disegnato da altre persone, ma è venuto veramente bello, un ottimo lavoro.
Ora ci hai fatto venire un hype…
Ma lo dico onestamente: so quali sono i miei fumetti belli, quali quelli meno belli… questo è venuto proprio bello. I tre spiriti del Natale vissuti nel mondo di Samuel, la guida… un lavorone.
Prima di salutarci, vorrei che consigliassi tre fumetti che stai leggendo tu.
Allora, uno che non ho letto ma ho comprato da poco, proprio ieri, è Le guerre di Lucas, pubblicato dalla Bao, originale francese, che praticamente tratta della vita di George Lucas e il passaggio dagli studi universitari alla sfida di lanciare Star Wars. L’ho sfogliato, mi è piaciuto molto e l’ho preso, ma lo devo ancora leggere.
Consiglio Gannibal, un manga horror arrivato al numero 16; dovrebbero essere 16 o 17 numeri, ora è finito. Bellissimo: un horror così, manga ma anche occidentale, non lo leggevo da tanto. Ti prende proprio: le atmosfere, l’ansia, le inquadrature; e poi inizia e finisce. È un po’ la magia del manga, anche. Lo sto leggendo, mi mancano 5 numeri, e sono stato veramente rapito.
E il terzo, il mio Dylan Dog che uscirà a fine anno, il mio primo Dylan Dog. Tra l’altro, disegnato da Francesco Dossena, che è passato a trovarci prima. Bello, bello, bello, sono proprio contento. Cioè, bella l’operazione; poi che sia bello l’albo lo faremo dire ai lettori.
Direi quindi che siamo anche alle soglie di un crossover, finalmente.
Eh, vediamo. Prima o poi, qualcosa esce. Vediamo che succederà.
Grazie mille e alla prossima, Gianmarco!
Grazie a voi di avermi ospitato!