Dopo il successo della scorsa edizione, anche quest’anno Lucca Comics & Games ha parlato di USA e fumetti nel panel Scrivere l’America 2, in compagnia di altri due artisti internazionali del calibro di Jeph Loeb e Gene Luen Yang
Scrivere l’America è stato uno dei panel più apprezzati all’edizione di Lucca Comics & Games del 2023. Visto il successo dell’incontro dell’anno scorso dove erano presenti l’irlandese Garth Ennis (The Boys, Preacher) e gli americani Joe Kelly (I Kill Giants, Superman, X-Men) e Howard Chaykin (Black Kiss, American Flagg!), l’organizzazione della manifestazione lucchese ha replicato il panel anche quest’edizione con altri due grandi autori in Scrivere l’America 2.
L’incontro che si è tenuto all’interno della splendida cornice dell’Auditorium di San Romano di Lucca, è stato moderato da Jessica Tseang, giornalista internazionale e Marco Rizzo, sceneggiatore, giornalista ed editor Panini Comics, che era presente anche l’anno passato.
Dopo una breve introduzione di Marco Rizzo, che ha presentato tutti gli ospiti del panel, ci si è focalizzati sul raccontare l’America attraverso le parole di due autori e superstar del fumetto: Gene Luen Yang, (Shang-Chi, Superman Annienta il Clan) e Jeph Loeb, decano sceneggiatore di alcune tra le più belle storie di DC Comics e Marvel.
Scrivere l’America: vedere i personaggi di carta prendere vita
Una delle prime domande che ha fatto Jessica ai due autori ha avuto come tema il cosplay e in particolare le sensazioni che hanno provato Loeb e Yang nel vedere così tante persone anche a Lucca Comics & Games 2024, vestiti e riprodurre fedelmente i costumi di quei personaggi su cui loro hanno lavorato tanto, come Superman, Batman, Spider-Man, ecc…
Loeb ha affermato che è molto divertente! È grandioso come un personaggio possa uscire dallo storytelling e prendere forma in qualcos’altro come il cosplay. Allo stesso tempo è bello vedere delle persone che sono vestiti impersonando dei personaggi nati dalla mente di qualcuno.
«Io non posso prendermi il merito di Superman, ma se vedessi qualcuno vestito come il lupo mannaro di Voglia di Vincere [personaggio del film del 1985 interpretato da Michael J. Fox n.d.r.], creato da me, sarei contento.»
Anche Yang ritiene che sia un’esperienza incredibile vedere diversi cosplayer anche nel nostro paese, perché dimostra che ogni cultura ha il suo ‘popolo nerd’.
L’autore ha detto che in precedenza è stato un insegnante di liceo ed è consueto a scuola vedere alcuni gruppi che si aggregano in base alla razza, la religione e altri stereotipi. Ma ci sono due categorie che uniscono le persone indipendentemente dalle differenze e sono lo sport e la cultura pop anime – fumetti.
Scrivere l’America – La cultura americana attraverso cinema e TV
La giornalista ha stuzzicato Loeb e Yang, chiedendogli come mai al di fuori degli U.S.A. la concezione che si ha è che l’America sia fatta di stereotipi come New York (la ‘Grande Mela’) e il Far West solo per citarne alcuni. Si ha l’idea che la storia dell’America ruoti principalmente intorno a questo, e anche nei fumetti vengono rimarcati spesso degli stereotipi culturali.
Per Loeb questa idea che sia ha degli USA dipende molto da che cosa viene esportato, ovvero, principalmente, televisione, pop culture, cinema, fumetti e musica, insomma ogni forma di cultura pop.
Il ricordo di quando nacque il fumetto Spider-Man dalla mente di Stan Lee e Steve Ditko, o la prima volta che Christopher Reeve divenne Superman al cinema, sono solo due esempi di cosa sia stato realizzato in maniera incredibile in passato e di quanto il successo internazionale di questi abbia coinciso con l’idea che il mondo in cui vivevano quei personaggi rappresentasse l’America.
Lo scrittore di Hush e Il Lungo Halloween ha fatto un esempio molto calzante; se si esce al di fuori delle mura lucchesi durante il festival e si chiede a un passante chi sia Hulk Rosso, personaggio da lui creato nei fumetti, probabilmente non sarà in grado di rispondere.
A febbraio 2025 uscirà il film Captain America: Brave New World, dove esordirà il personaggio che avrà il volto di Harrison Ford. Dopo quella data, molto probabilmente lo stesso passante alla medesima domanda risponderà “Harrison Ford!” TV e Cinema sono sicuramente importanti mezzi di comunicazione della cultura americana.
Yang ha ulteriormente confutato il ragionamento di Loeb: film e TV hanno cambiato lo storytelling dei supereroi. Lo scrittore ha ricordato anche alcuni primi approcci che sono stati un grande flop, come la pellicola su Capitan America del 1979.
«Ricordo Capitan America con un casco, uno scudo trasparente e una moto. Era sciocco all’epoca. Quando abbiamo cominciato ad avere la CGI adeguata abbiamo avuto dei prodotti migliori e per nulla sciocchi.»
Oltre a cinema e TV, Yang ha indicato anche i social media come mezzo potente di diffusione.
«Se Taylor Swift un giorno decidesse di vestirsi come Black Cat, da quello successivo tante persone la imiterebbero, la maggior parte senza sapere chi è la Gatta Nera, ma solo perché lo fa Swift.
È una parte da non sottovalutare.»
Alla domanda della Tseang se ci fossero degli stereotipi della cultura americana che sia Loeb che Yang intendessero sfatare, il primo ha affermato che “se sono stereotipi hanno qualcosa di vero. Non c’è qualcosa che vorrei cancellare. Se penso all’America c’è qualche politico che vorrei cancellare magari ma non qualche stereotipo.”
Per Yang gli stereotipi non sono un problema: se ci sono non vanno evitati, perché “se cerchi di evitare quelle caratteristiche alla fine ci giri intorno e lo evidenzi ancora di più, enfatizzandolo per contrasto”.
Scrivere i fumetti pensando che verranno letti in altri Paesi
La giornalista Tseang ha chiesto a Gene Yang quale tipo di approccio utilizzi nello scrivere di personaggi americani, sapendo che verrà tradotta anche in altri paesi come l’Italia
L’autore ha dichiarato che “Per la parte pratica mi fido dei traduttori per esprimere le intenzioni di ciò che scrivo.”
In merito alla scrittura vera e propria, se si tratta di storie di americani con origini asiatiche, Yang ha detto che cerca di parlare di persone con un background ben specifico, con le proprie peculiarità e che spera sia riconoscibile da parte dei lettori di tutti i paesi.
Rivolgendosi a Loeb, la giornalista ha domandato se quando scrive storie su eroi come Batman e Superman, si preoccupa che venga compresa da un pubblico internazionale e qual è l’approccio alla scrittura in questi termini.
Lo storytelling viene impostato in base a chi disegnerà la storia: Loeb nel corso della sua carriera ha scritto numerose storie di Batman, ma diverse a seconda che il disegnatore fosse Tim Sale o Jim Lee. Avendo un background televisivo, gli piace che ci sia un dialogo con l’artista. Infine l’autore ha detto che principalmente scrive storie che si svolgono in contesti newyorkesi, perché conosce bene quel determinato ambiente. Non potrebbe scrivere una storia sull’India perché dovrebbe prima studiare e documentarsi.
Storie e politica
La Tseang ha voluto toccare un tema molto delicato: la politica U.S.A. Le elezioni sono prossime e la giornalista ha chiesto agli autori se in base all’esito si avranno più storie in futuro che simboleggiano la speranza o che rimarcano la tristezza.
Yang ha risposto in maniera chiara e decisa ’speranza’, perché il mondo ne ha bisogno. Anche Loeb si è trovato d’accordo con il collega aggiungendo che è loro compito scrivere storie di speranza.
«Se il mondo intorno a te è privo di speranza, tu devi scrivere di quello… altrimenti che scriviamo a fare?»
In chiusura di Scrivere l’America 2, la Tseang ha chiesto a Yang e Loeb se vi sono degli autori/ personaggi non statunitensi da loro amati. Il primo ha detto di amare molto Osamu Tezuka e in particolare il suo Astroboy e La storia dei Tre Adolf.
Loeb ha riconosciuto la grandezza di Tezuka e di Astroboy, però c’è un personaggio che è nel cuore di Jeph da sempre; viene da un altro pianeta e vuole insegnare agli abitanti del pianeta Terra come si può vivere meglio.
Il suo nome è Superman… il resto è storia, come quelle che hanno scritto e continueranno a scrivere i nostri autori preferiti provenienti dall’America.
Non ci resta che attendere il prossimo anno per capire se Lucca Comics & Games proporrà una nuova edizione di questo panel con altri autori di caratura internazionale come Loeb e Yang!