Scrubs approda in Italia su MTV nel 2003, dalla prima visione ad oggi conserva la sua posizione sul podio delle migliori drama-comedy di tutti i tempi. Impossibile scegliere un solo personaggio tra i protagonisti della serie di Bill Lawrence, ma oggi abbiamo deciso di rendere omaggio al più enigmatico di loro: l’Inserviente.
Inutile negarlo, a distanza di ben quindici anni dalla prima visione italiana, Scrubs continua a tornarci quotidianamente in mente. Continuiamo ad essere colti in flagrante mentre ridiamo sotto i baffi per una frase di JD, ad affrontare una brutta giornata ripassando senza pietà gli insulti del Dr. Cox, ad importunare chi ci sta intorno canticchiando le canzoncine della band di Ted. In fondo, noi non ce ne vergogniamo, e soprattutto, non abbiamo intenzione di smettere.
Oggi, per esempio, abbiamo deciso che è il nostro Bongo Day. E lo dedicheremo all’enigmatico inserviente.
Che si parli del suo nome o della sua vita, l’inserviente rimane uno dei personaggi più misteriosi della serie. Una delle poche certezze sul suo conto però è la rivalità con JD, costante nel corso di tutte le stagioni. Ecco un piccolo tributo al loro esilarante rapporto conflittuale.
- Cominciamo dal principio di tutto: la monetina incastrata nella porta.
L’inserviente è intento ad aggiustare la porta dell’ascensore, JD si avvicina e osservandolo al lavoro cerca di essere d’aiuto suggerendo le possibili cause del guasto. L’inserviente però si insospettisce e dà così inizio ad un risentimento che durerà negli anni:
“La porta è rotta. Una volta su cinque non si apre.”
“Forse è una monetina incastrata.”
“Perché lo pensi?”
“Non lo so”
“Ci hai ficcato una monetina?”
“No, dicevo così per dire!”
“Se ci trovo una monetina, tu la pagherai.”
- La bellezza delle loro interazioni consiste anche in un odio completamente infondato, come quando incrociandolo per i corridoi l’inserviente rivolge a JD un secco:
“Sembri infelice. Mi piace.”
- A volte, non c’è neanche la necessità di parlare, una sola espressione può rendere l’idea e riempire interi minuti. Come dimenticare lo sguardo torvo?
- Non solo il personaggio dell’inserviente è sempre stato qualcosa di enigmatico in sé, ma anche la rivalità tra lui e JD ha spesso suscitato numerosi dubbi nello stesso medico, tra i suoi colleghi e negli spettatori. Apparentemente si tratta di un risentimento completamente insensato, a parte qualche sporadico indizio che sembra suggerire qualcosa di più importante. Tra i tanti, non possiamo dimenticare la gigantografia di JD appesa come avvertimento nello stanzino dell’inserviente, affollato tra l’altro da una sorta di setta di inservienti altrettanto in collera con lui.
- Non sono mancati in ogni caso momenti di tregua, spesso brevi, spesso illusori, dove una stretta di mano pacificatrice diventa una lunghissima e imbarazzante presa in giro:
“Affascinante. Perché non provi ad essere un po’ carino anche con me?”
“Hai ragione, dobbiamo ripartire da zero. Qua la mano.”
“Da zero.”
…
“E’ lungo ripartire da zero.”
“E quanto lungo precisamente?”
“Penso dieci minuti.”
- Di tanto in tanto emerge anche una sorta di strategia dell’inserviente, ben più perfida di quanto ci saremmo aspettati, come quando per la prima volta ascoltiamo i suoi pensieri:
“Com’è stato oggi?”
*Aiutalo e penserà che per voi ci sia ancora speranza*
- Ma nella maggior parte dei casi i suoi trucchi sono innocentemente fastidiosi, come quando JD non vuole cedergli la lattina che ha appena comprato e per convincerlo a mollare decide di leccarla. Guardando sul fondo però, scopre di essere arrivato tardi:
“Il vecchio trucco Se la lecco nessuno la vorrà più. Sono arrivato prima io.”
“Leccata dall’inserviente?!”
- Strategia, quella di leccare, che l’inserviente usa ripetutamente, anche per il puro e semplice gusto di infastidire:
“Siamo un’ottima squadra!”
“Già!”
*Si stringono la mano*
“Perché hai la mano tutta bagnata?”
- In un doppio colpo di scena torniamo a ricordare l’origine dell’odio: JD cede all’insistenza dell’inserviente e ammette di aver mentito sulla monetina, la reazione dell’inserviente ci lascia, come sempre, con dei dubbi sulla verità di ciò che dice:
“Lo ammetto! Ho messo un penny nella porta, è stato otto anni fa. E’ stato un incidente, mi è caduto dalla tasca ed è finito nella porta dell’ascensore. Era il mio primo giorno e non volevo farti arrabbiare. Ora mi credi?”
“Sì, perché ho visto tutto.”
“Se lo hai visto tu stesso perché mi hai chiesto se avevo messo un penny nella porta?”
“Era un test del carattere. Hai fallito. E hai perso una meravigliosa amicizia.”
- E per finire, forse il più grande mistero, tuttora irrisolto: il nome dell’inserviente. JD si interroga sul suo vero nome e sul motivo per cui non sia mai venuto fuori nel corso degli otto anni di conoscenza. L’inserviente anche qui non perde il suo smalto, ci lascia con un terribile dubbio, che darà vita a infinite speculazioni negli anni successivi: Glenn o Tommy?
“Sono qui ormai da otto anni e non so il tuo nome, ti chiamo l’inserviente, sono sicuro di averti chiesto come ti chiami.”
“Non penso proprio”
“Sicuro?”
“Non interessa il nome di un inserviente, probabilmente te lo sei già scordato.”
“…”
“Glenn… Matthews”
“Allora a presto, Glenn Matthews.”
“A presto”
*Un altro medico entra in scena*
“Ciao Tommy!”
“Come va?”