Durante l’edizione autunnale di Romics 2019, abbiamo avuto il grande piacere di tornare a scambiare quattro chiacchiere con Simona Binni, che ci ha parlato dell’emozione del debutto di Ariel, la nuova collana che tratta il femminile, targata Tunué
Nellie Bly – pseudonimo di Elizabeth Jane Cochran – è stata una vera e propria pioniera: mostrando un coraggio davvero inusuale per l’epoca (considerate che è vissuta tra il 1864 e il 1922), ha aperto la strada a una professione che fino a quel momento era appannaggio degli uomini. Nellie è stata infatti la prima giornalista investigativa, nonché creatrice del giornalismo sotto copertura. Il suo nome è legato anche ad un giro del mondo da record, completato in soli 72 giorni, emulando Phileas Fogg, protagonista del romanzo di Jules Verne Il giro del mondo in 80 giorni.
È proprio lei la protagonista della graphic novel che inaugura Ariel, la collana che parla del femminile targata Tunué. Simona Binni, curatrice del progetto, ci aveva già parlato lo scorso anno di questa interessante iniziativa: ora, con l’uscita di Nellie Bly (scritto dalla bravissima Luciana Cimino e disegnato da un Sergio Algozzino in grande forma), torna ai nostri microfoni per raccontarci l’emozione di aver visto nascere e crescere questa nuova creatura editoriale.
Simona Binni, nata a Roma, nel 1975, si laurea in Psicologia dell’Età Evolutiva. Frequenta la Scuola Romana di fumetto. Dal 2014 pubblica per Tunué Amina e il vulcano (con il quale ha vinto nel 2015 il premio Romics miglior opera prima); Dammi la mano (2015); Silverwood Lake (2016); La memoria delle tartarughe marine (2017); Stagioni. Quattro storie e mezzo per Emergency (2017).