Oggi vi facciamo scoprire il Crossover Wrestling, una nuova iniziativa tutta italiana che mette in contrapposizione le grandi icone del mondo nerd sui ring di tutta Italia. Ecco di che cosa si tratta:
Sono un appassionato di wrestling, soprattutto di quello della mia infanzia, cioè la lotta americana raccontata in tivù da Dan Peterson negli anni Ottanta e Novanta. E questa rubrica ne è un evidente tributo, ormai lo sapete. Forse è anche per questo che non mi sono mai interessato alle federazioni che sono nate nel nostro Paese all’inizio del nuovo millennio. Non me ne vogliano coloro che ci mettono passione e sudore, ma quando penso a questo sport-spettacolo a metà fra il teatro e la competizione fisica, io penso sempre agli USA (o, al massimo, al Giappone). Per me il wrestling era (e sempre sarà) Hulk Hogan, Macho Man, The Ultimate Warrior, Sting, Ric Flair. E poi The Undertaker, “Stone Cold” Steve Austin, The Rock. E magari è anche pensando a fan “vecchio stampo” come me che Cristian Panarari ha fondato la Revents Srls dando vita al progetto del Crossover Wrestling.
Vi chiederete: di cosa stiamo parlando esattamente? Andiamo con ordine.
Nel weekend del 7 e dell’8 febbraio a Bologna si è tenuto il Nerd Show, evento dedicato a fumetti, videogiochi, cosplay e spettacoli a tema nerdico. Per caso, buttando un occhio a un’inserzione su Facebook, la mia attenzione viene attirata da una foto in cui, fra gli altri, ci sono due tizi mascherati da “Hacksaw” Jim Duggan e Sgt. Slaughter. Leggendo meglio, quindi, scopro che, fra le varie attrazioni dell’appuntamento di Bologna, ci sarà anche una Royal Rumble con vari cosplayer nei panni dei lottatori di quegli anni.
Una cosa pazzesca, assolutamente da vedere! – urla il bambino che c’è in me.
E quindi decido di farci un salto la domenica. Quando arrivo nel padiglione dove si sta svolgendo lo spettacolo, mi vengono immediatamente gli occhi a cuoricino. Al centro c’è un ring professionistico sormontato da un megaschermo dove vengono proiettate le immagini delle musiche di entrata dei wrestler. Sul quadrato ci sono uno vestito da Raven e un altro da Spike Dudley che se le danno di santa ragione (ricordate di sospendere momentaneamente la vostra incredulità…). Di fianco c’è anche una postazione con ogni genere di memorabilia: repliche di cinture da campione di diverse categorie ed epoche della WWF/WWE, persino i paraspalle con le punte dei Legion of Doom (o Road Warriors, se preferite)! Dall’altra parte, invece, vicino a un tavolo dove sono esposte le maschere dell’Uomo Tigre, scorgo uno straordinario cosplayer di Mr. X, il cattivo del cartone.
Ma questo è il paradiso del “wrestling vintage”! – esclama il fanciullo che alberga in me senza rendersi conto di aver fatto un involontario riferimento a questa rubrica.
Il brand sotto cui si celebra questo fantastico tributo è, appunto, quello del Crossover Wrestling, da un’idea di Cristian Panarari. Se googleate questo nome, troverete vari articoli su un lottatore italiano mascherato – nome d’arte Mistero – che aveva lasciato il ring per la politica diventando consigliere comunale. Qualcuno di voi ricorderà che la curiosa notizia era stata data anche da alcuni telegiornali nazionali. Ma quando ci ho fatto due chiacchiere a margine dello spettacolo al Nerd Show, prospettandogli l’idea di un pezzo su queste pagine, per via della mia ignoranza in materia di wrestling nostrano, non avevo la più pallida idea di trovarmi davanti alla stessa persona.
Panarari è, di fatto, l’ex presidente di una federazione italiana. Avendo maturato la convinzione che, da noi, uno spettacolo di wrestling non ha le potenzialità di quelli d’oltreoceano e pensando piuttosto che ci fosse il concreto rischio di essere percepiti dal pubblico tricolore come una sorta di parodia dell’“originale” americano, ad un certo punto decide di abbandonare l’ambiente per dedicarsi alla realizzazione di un nuovo progetto, “vendibile” anche agli spettatori di casa nostra. Il convincimento di Panarari è semplice: per ovvi motivi, nel nostro Paese lo spettatore occasionale percepisce questo sport-spettacolo come qualcosa di non appartenente alla propria cultura, ma è probabile che possa invece interessarsi ed apprezzare uno show di lotta in cui vi sono riferimenti e dinamiche facilmente riconoscibili. Per esempio, se chiedete in giro, chiunque dai trent’anni in su saprebbe dirvi chi sono Hulk Hogan, Macho Man o Ultimate Warrior senza essere necessariamente un appassionato. E qualunque ventenne saprebbe riconoscere The Rock, Rey Mysterio o Eddie Guerrero pur non avendo seguito in maniera assidua le loro vicende. Oppure, allargando il campo, chi non si fermerebbe almeno un attimo ad osservare ammirato, o perlomeno incuriosito, i cosplayer che si travestono da personaggi dei fumetti, del cinema, delle serie tivù o dei videogiochi? E ancora più in generale: tutti conoscono Superman o Spider-Man, anche quelli che non hanno mai letto un albo illustrato o visto un film del genere. E cosa succede quando questi personaggi si ritrovano ad affrontarsi in dei match di wrestling davanti al pubblico italiano? Basandoci sulla reazione di grandi e piccini presenti al Nerd Show, possiamo concludere che si assiste a uno spettacolo molto divertente. Nel Crossover Wrestling, infatti, non sai mai quale icona del mondo dell’intrattenimento potrebbe salire sul ring. Personaggi dei fumetti, dei videogiochi, della televisione o wrestler degli anni Novanta: non fa alcuna differenza, tutti sono arruolabili per lottare.
Per portare avanti il suo progetto, Panarari trova in Lorenzo Cavatorti un perfetto compagno di coppia (sì, lo so, la metafora è fin troppo banale…). Quest’ultimo non ha mai indossato gli stivaletti da wrestler ma il suo prezioso apporto consiste nel gestire a livello organizzativo e burocratico la Revents, la società in cui i due sono soci e a cui fa capo il Crossover Wrestling. Poi c’è Edoardo Lolli che si divide fra il ruolo di capo arbitro e quello di addetto stampa e consulente per le questioni artistiche e tecniche riguardanti la costruzione e lo svolgimento degli show. Ermes Quadri è, invece, il consulente per tutto quello che riguarda il settore dei cosplayer e le sue competenze e conoscenze in materia permettono alla Revents di puntare con più attenzione su quei personaggi di maggiore interesse per il grande pubblico.
Al Nerd Show di Bologna, ad esempio, i temi dello spettacolo messo in scena dalla Revents erano tre: il mitico cartone dell’Uomo Tigre, la cui interpretazione non agonistica viene gestita dal gruppo della Tana delle Tigri Italian Cosplayers (e non riesco a pronunciarne il nome senza che mi venga in automatico la voce nasale del malvagio Mister X…); i personaggi del mondo dei fumetti e dell’intrattenimento, con l’esibizione di veri e propri lottatori nei panni dei vari Deadpool, Lara Croft, Bob di Tekken e Spider-Man; e infine quello preferito da chi scrive: le leggende del wrestling degli anni Ottanta e Novanta. I wrestler che si esibiscono in queste due ultime categorie provengono da federazioni italiane che hanno deciso di appoggiare il progetto della Revents: la TCW di Piacenza, la SIW di Pisa e la KOX di Mantova.
La Royal Rumble è in assoluto il mio pay-per-view preferito perché non sai mai chi potrebbe spuntare da dietro le quinte per unirsi alla contesa. E, nel suo piccolo, anche la rissa reale messa in scena dai ragazzi del Crossover Wrestling non ha deluso le mie aspettative, garantendo quell’elemento di imprevedibilità tipico dell’evento originale della WWE. Il resto lo ha fatto la contaminazione fra epoche e mondi diversi. Uno dopo l’altro, come se stessimo facendo una partita al videogame WWE 2K, è stato possibile vedere di fronte sul ring Stone Cold e Macho Man, per esempio, o The Ultimate Warrior e la DX. Oppure ben due Raven o due Mankind fare squadra contro gli altri. Ma anche i Bushwhackers insolitamente “cattivi” (l’unica cosa che mi ha lasciato perplesso, a dire il vero) che, disinteressandosi dell’azione, si sono messi a inseguire nel backstage…Spider-Gwen dei fumetti Marvel. Per non parlare di quel blocco di cemento armato vivente chiamato Il Gladiatore che in bocca al lupo se per caso lo trovaste sulla vostra strada…
Come mi ha spiegato lo stesso Cristian Panarari, il motivo principale per cui il pubblico mostra sempre maggiore apprezzamento per questi spettacoli è che riesce a capire immediatamente cosa sta guardando: incontri fra personaggi che riconosce o di cui ha comunque sentito parlare. Insomma, puoi goderti lo show anche da profano o da spettatore occasionale. E dopo aver coronato il primo campione assoluto del Crossover Wrestling (uno “Stone Cold” Steve Austin con accento del nord Italia, vincitore della Rumble), la Revents non ha certamente intenzione di fermarsi: l’intenzione è quella di creare un roster che sia il più variegato e trasversale possibile ampliando ancora la “contaminazione dei mondi” per offrire uno spettacolo fantasioso e universalmente godibile.
Butto lì un’idea che credo potrebbe piacere a tanti: Il Gladiatore contro qualcuno dei nostri politici in un match senza squalifiche sarebbe tanto catartico!