Squid Game 2 – L’autore chiarisce il finale e la scena mid-credit

In un’intervista con Variety, il creatore di Squid Game ha spiegato alcuni dettagli del finale della seconda stagione e della scena mid-credit, oltre a dare qualche anticipazione sulla terza stagione. ATTENZIONE: Contiene spoiler!

Squid Game

ATTENZIONE: QUESTO ARTICOLO CONTIENE SPOILER SULLA SECONDA STAGIONE DI SQUID GAME!

La seconda stagione di Squid Game è appena terminata – o meglio, è disponibile per intero su Netflix – con un settimo episodio sconvolgente, che si conclude con il brutale assassinio di Jung-bae (Lee Seo-hwan), lasciato a dissanguarsi proprio davanti agli occhi del suo migliore amico, Gi-hun (Lee Jung-jae).

Dopo che questi ha guidato una rivolta dei giocatori, infatti, il supervisore degli Squid Game – anche noto come The Front Man (Lee Byung-hun) – lo punisce eliminando Jung-bae. L’avvenimento, già devastante di suo, è peggiorato dal fatto che lo spettatore conosca la verità: dietro The Front Man si cela In-ho, un precdente vincitore dei giochi, che ora è diventato capo dei carnefici.

Durante l’intera stagione, In-ho ha partecipato ai giochi come Giocatore 001 (sotto il falso nome Young-il) e si è lentamente avvicinato ai due amici, fingendo di supportare la loro causa: tutto per poter colpire Gi-hun più a fondo, nella speranza di spezzarlo definitivamente.

In attesa della terza stagione, che darà un finale a Squid Game, in un’intervista con Variety il creatore Hwang Dong-hyuk ha fornito dei dettagli in più sia sul drammatico finale, sia sulla scena mid-credit, in cui si vede una versione alternativa dei giochi, con due nuove bambole “Red Light, Green Light” (una maschio e una femmina).

Squid Game

Il finale di Squid Game 2 e la scena mid-credit

All’intervistatore, che gli ha chiesto i motivi della scelta di un tale finale, l’autore ha risposto:

«Quando ho iniziato a scrivere la storia delle stagioni 2 e 3, era un unico arco narrativo. Inizialmente avevo pianificato di raccontarla nell’arco di circa otto o nove episodi, ma una volta terminata superava i 10 episodi: troppi per essere contenuti in una sola stagione. Quindi, ho deciso di trovare un punto adeguato per dare una chiusura alla seconda stagione e poi proseguire con la terza.

Poi guardi la storia di Gi-hun, tutti i suoi tentativi di fermare il gioco: il primo, quando coinvolge dei mercenari e cerca di piazzare un dispositivo di localizzazione, fallisce; il secondo, quando cerca di convincere le persone a votare per lasciare il gioco, fallisce anche quello; e infine, il terzo tentativo di riunire le persone e causare una ribellione, fallisce anch’esso.

Tutti i suoi fallimenti portano a una crisi pesantissima, che culmina nella perdita del suo migliore amico, Jung-bae, per mano di The Front Man. Ripensando al viaggio di Gi-hun, ho ritenuto che quello fosse un momento adeguato per fermarsi e dargli un po’ di chiusura all’interno di questo lungo arco narrativo.

E nella terza stagione, con il senso di colpa immenso e il peso del fallimento che gravano su di lui, la domanda diventa: come porterà avanti la sua missione Gi-hun? Questa è la storia che vedremo.»

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Sulla terza stagione, l’autore resta cauto, ma anticipa un possibile rilascio intorno all’estate o all’autunno del 2025. Per quanto riguarda la storia, tutto girerà intorno alle decisioni di Gi-hun, che ormai ha perso tutto e non è più l’uomo che abbiamo conosciuto nella seconda stagione di Squid Game.

E per timore di fare spoiler («a questo punto, qualsiasi cosa io dica potrebbe essere uno spoiler!»)fa riferimento alla scena mid-credit, che rivela la direzione dei giochi dopo che così tanti giocatori si sono ribellati. Come vi abbiamo anticipato, c’entrano due nuove bambole “Red Light, Green Light”, pronte a colpire i malcapitati con il proprio sguardo laser.

Potete trovare l’intervista ufficiale – condensata – sul sito di Variety. Intanto, Game Over fino alla prossima stagione.

Fonte: Variety


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Claire Bender

Vive con un dodo immaginario e un Jack Russell reale, che di recente si è scoperto essere Sith. Grifondoro suo malgrado, non è mai guarita dagli anni '80. Accumula libri che non riesce a leggere, compra ancora i dvd e non guarda horror perché c'ha paura. MacGyver e Nonna Papera sono i suoi maestri di vita.

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