Teresa Radice e Stefano Turconi, nati per raccontare (belle) storie a fumetti

Abbiamo avuto il privilegio di scambiare quattro chiacchiere con Teresa Radice e Stefano Turconi, la coppia di Autori che dalla loro Casa senza Nord ci ha regalato capolavori come Il Porto Proibito, Le Ragazze del Pillar, La Terra, il Cielo, i Corvi e tanto altro ancora. Parlare con loro è bellisimo e siamo fortunati di poter condividere con voi questa bella intervista

copertina intervista radice turconi

 

Intervista a Teresa Radice e Stefano Turconi

Basta dire Turconi e Radice per evocare fumetti fatti di avventura e cuore, di ricerca, passione, anima e un tratto capace di attraversare i mondi. Teresa Radice e Stefano Turconi danzano meravigliosamente insieme sulle pagine e nella loro Casa Senza Nord creano storie emozionanti – Il Porto Proibito, Viola Giramondo, La terra, il cielo, i corvi, solo per citarne alcune – in cui ciascuno può trovare qualcosa, a volte senza neppure cercare.

Teresa e Stefano, grazie per aver accettato di fare questa chiacchierata con noi. La vostra sinergia artistica va ormai avanti da molti anni, e qualche anno fa, in un’intervista al Corriere di Torino avete parlato di un processo che va avanti in stanze rigorosamente separate. Qual è però la scintilla da cui tutto parte, un’idea di Teresa o un’immagine di Stefano?

Non c’è una regola, ma si tratta sempre di una scintilla che poi subito si fa comune: può partire, sì, dalla passione di uno solo dei due per un certo periodo storico, o per un certo autore, o un personaggio realmente esistito attorno al quale si ha voglia di costruire una storia… ma poi ecco che l’altro ci trova qualcosa di “suo”, immagina come metterà se stesso in questa avventura che sta per partire. Non è difficile, ormai siamo rodati: conoscendoci da oltre 20 anni, sappiamo anche quali sono i reciproci gusti e le inclinazioni e ci veniamo continuamente incontro. Non avrebbe senso stare per due o tre anni dentro una storia senza sentirla in qualche modo propria.

Riguardando i primi lavori insieme, come sentite che è cambiato e cresciuto il vostro stile, sia come singoli che come squadra?

Sentiamo di avere sempre voglia di provare cose nuove, di raccontare storie diverse, dal punto di vista della tecnica di realizzazione e del modo di raccontare. Non diremmo che il nostro stile è cambiato, ma che abbiamo più confidenza nel tentare nuove strade, perché c’è un pubblico meraviglioso che sta imparando a riconoscerci e darci fiducia anche se nessuna nostra opera è uguale alla precedente. Per noi è una fortuna.

LE RAGAZZE DEL PILLAR

I vostri racconti sono pieni di personaggi femminili affascinanti, completi, profondi. “Forti” mi sembra un termine troppo logoro e riduttivo, ma sicuramente le donne che rappresentate hanno una grande energia su tutti i fronti – penso sì, alle ragazze del Pillar to Post, ma anche alla piccola Viola -; vi va di raccontarci da dove nascono? Teresa, pensi ci sia un pezzettino di te in ognuna di loro?

Tutti i nostri personaggi vengono da un insieme di stimoli, che sostanzialmente potremmo riassumere in una parola: incontri. Vengono da incontri con luoghi, persone, opere che ci hanno colpiti e ci hanno lasciato qualcosa, incontri tanto preziosi che non puoi tenerli per te e le storie nascono dal desiderio di condividerli. C’è molto anche di noi, nei personaggi che raccontiamo, ovvio.

Ma non si tratta di un’identificazione facile, cioè non credo esista un personaggio unico e preciso nel quale ci siamo riversati: siamo frammenti sparsi, nascosti di volta in volta dietro le facce e i caratteri più disparati. Credo si possa dire questo anche per i personaggi femminili: c’è un pezzettino di Tere in diverse delle nostre donne e ragazze, è vero, ma ci sono tanti pezzettini di Tere anche in molti dei personaggi maschili.

So che Il Porto Proibito, vincitore del Gran Guinigi a Lucca Comics & Games 2015 e che reputo una delle migliori graphic novel italiane degli ultimi anni, ha ricevuto tanti “no” prima di trovare una casa alla Bao. Cosa vi ha aiutato a non mollare, nonostante le porte in faccia?

Eravamo innamorati di questa storia, semplicemente. E quando sei innamorato, non ti frena niente. Puoi provare delusione o rabbia, certo, ma mandi giù e aspetti il momento buono. Non abbiamo mai avuto fretta di spingere un certo progetto: sentivamo di doverlo raccontare, era un bisogno forte e insopprimibile.

È verissimo, abbiamo ricevuto un milione di rifiuti, perché questa storia non era minimamente etichettabile: ogni nuovo “no” si concretizzava su un foglio con l’elenco delle case editrici che rimandavano Il Porto al mittente, e diventava l’ennesima X rossa. Poi è arrivata Bao, che si è innamorata del Porto come noi. Ci voleva quello. Ora siamo tutti reciprocamente innamorati, ed è la condizione ideale per fare del proprio meglio in ogni mestiere.

IL PORTO PROIBITO tascabile
Il Porto Proibito di Radice e Turconi sta per tornare in fumetteria con un formato pocket dal 5 novembre 2024 nella collana Chihuahua 


Stefano, questa domanda la faccio a te. Si parla tanto dell’utilizzo dell’intelligenza artificiale nei settori creativi, trattandone molto i potenziali rischi, meno gli eventuali benefici di un uso normato è consapevole. Il tuo disegno è un artigianato d’altri tempi, e proprio quello è uno dei suoi punti di forza. Cosa rappresenta per te l’intelligenza artificiale?

In molti ambiti immagino che l’intelligenza artificiale abbia grandi potenzialità, penso per esempio alla scienza o alla medicina ma, in campo creativo, temo (col rischio di passare per un eremita che vive sul cocuzzolo di una montagna, alla Dinamite Bla – forse un po’ è vero) di appartenere alla schiera dei detrattori, infatti il primo aggettivo che mi viene in mente per qualificarla è “triste”. Intendiamoci, non è un rifiuto della tecnologia: è vero, sono (orgogliosamente) molto legato alla parte “artigianale” di questo lavoro ma non disdegno certo l’uso di programmi di grafica, Photoshop in primis.

Il problema è che la sola cosa che mi pare che venga stimolata dall’IA sia la pigrizia: “faccio fare a lei quello che dovrei fare io ma non ho tempo, voglia o non sono in grado di fare” (purtroppo non mi sembra sia usata per altro). Magari mi sbaglio eh, anzi spero di sbagliarmi, in ogni caso nel dubbio io continuo a disegnare tavole su carta con pennelli o pastelli (queste cose l’IA non è ancora in grado di fare – per ora…)

In questi giorni esce il nuovo volume de Le ragazze del Pillar, lo spinoff de Il Porto Proibito dedicato alle abitanti del Pillar to Post, il bordello di Plymouth. Senza farci spoiler, che emozioni ci troveremo dentro?

Eh, stavolta si viaggia, si va davvero lontano, su una Last Chance dalle vele spiegate, spinti dai segreti del passato del suo attuale capitano, Yasser Allali. Vi faremo girare mezzo Mediterraneo, da Algeri a Napoli. Noi abbiamo provato paura, compassione, rabbia, tenerezza, sollievo, nostalgia. Ci siamo commossi, ma anche divertiti. E ci è venuta voglia di esplorare oltre, di scoprire altro. Speriamo accada anche al lettore.

COVER LE RAGAZZE DEL PILLAR 2

Tornando proprio a Il Porto Proibito, sappiamo che il volume è il frutto di due anni di lavoro intensissimo, viaggi, ricerche, ipotesi, modellini. Ci raccontate qualche aneddoto legato a questa lunga gestazione?

Forse anche tre anni, sai. Aneddoti ce ne sarebbero a bizzeffe: da Stefano che ha letto tutta la storia per la prima volta in un sottotetto di Plymouth, perché all’epoca del nostro primo viaggio di documentazione, in Inghilterra, me l’ero portata nello zaino per “farle respirare” i luoghi in cui sarebbe stata ambientata…

Al nostro secondogenito che, proprio in quel viaggio, fece i suoi primissimi passi sul ponte della HMS Victory, la nave di Nelson… al modellino di EICS Last Chance che Stefano costruì in parallelo alla realizzazione delle tavole… al premio più insolito e forse più bello che questa storia ci ha portato: quello dell’Académie de Marine francese, ad un libro di navi inglesi in cui i cattivi… sono i francesi 😊!

Alla fine di quel volume, vi prendete un momento per salutare chi non è più con noi, come ci avete concesso di fare attraverso Rebecca e Abel. Ecco: in generale, quanto c’è di voi, o di chi avete incontrato, nei vostri personaggi?

Raccontiamo di ciò che amiamo e di chi amiamo, di ciò che ci sta a cuore e delle emozioni che conosciamo, che abbiamo provato. Quindi forse non sarebbe un errore rispondere: tutto.

Entrambi avete iniziato lavorando per Disney a Topolino, PK, W.I.T.C.H.
Proprio su queste ultime, avete avuto modo di sfogliare il reboot, W.I.T.C.H. – Il cuore dell’amicizia? È come lo avreste immaginato?

Non abbiamo avuto modo di sfogliarlo, ma nemmeno di seguirne il percorso evolutivo, dunque non abbiamo elementi per rispondere a questa domanda, ci spiace.

Omaggio a W.I.T.C.H. di Stefano Turconi
Omaggio a W.I.T.C.H. di Stefano Turconi

 

Per il futuro, avete pensato di espandere il vostro lavoro oltre il fumetto in altri media, magari l’animazione, o dando vita a copertine, tarocchi, poster, altro?

No, in realtà ci sentiamo fatti per raccontare storie e, in particolar modo – abituati come siamo a realizzarle insieme – storie a fumetti. Ciò non esclude che da qualche particolare storia possa in futuro magari scaturire altro… ma non è nei nostri pensieri, tra le nostre priorità. A noi piace fare fumetti 😊

Per Disney, invece, possiamo aspettarci altre parodie come il bellissimo Orgoglio e Pregiudizio? Quale classico vi piacerebbe reimmaginare, in chiave topolinesca?

Temo di no. Vogliamo un mondo di bene ai personaggi Disney, ma da qualche anno, ormai, il lavoro sui nostri romanzi a fumetti assorbe tutto il nostro tempo.

Panini: Fumetti_Orgoglio e Pregiudizio_1

A chi proviene da Disney chiedo sempre: Topolinia o Paperopoli? E Perché?

Probabilmente Topolinia… per avere l’occasione d’incontrare Pippo da qualche parte!

Grazie per il vostro tempo, attendiamo con ansia tutto quello che la vostra penna e matita vorranno donare al mondo!

Grazie a voi e agli straordinari lettori che continuano a seguirci!

 


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