Omaggiare un personaggio fondamentale come Tex, che quest’anno compie ben 70 anni, era quantomeno doveroso. Il nostro Greystoke ha dunque pensato di dedicargli i suoi Appunti di questa settimana
Per qualcuno è un padre, per altri un nonno, per altri ancora un fratello maggiore, per tutti è l’eroe del fumetto italiano. Sono passati settant’anni da quando è stata pubblicata la prima storia di Tex. Era il 30 settembre del 1948. L’Italia era diversa: la guerra era soltanto formalmente finita, perché la violenza politica permeava ancora larga parte della società. La fine del Comitato di liberazione nazionale; l’accordo raggiunto, con non poche fatiche, sulla nuova Costituzione repubblicana; le elezioni politiche con la dura contrapposizione fra i due blocchi, saldamente ancorati alla Democrazia cristiana, da una parte, e al Partito comunista, dall’altra; l’attentato a Palmiro Togliatti, segretario del Pci, e il suo tentativo di pacificare gli animi. Insomma, è una Italia molto diversa da oggi, quello che vede il primo numero di Tex. Un uomo dell’ordine, rispettoso delle regole, ma anche capace di sovvertire queste regole se non sono logiche o se servono ad opprimere i più deboli, un solitario che poi si ritroverà accanto pochi fidati amici, i pards.
Un eroe, suo malgrado, che piace ad una certa destra, perché non si fa scrupolo di colpire i delinquenti di ogni specie, ma anche ad una certa sinistra, ma pure ad una destra che sarebbe arrivata qualche anno dopo, perché fra gli yankees e i navajos, sceglie quest’ultimi. Passati settant’anni, Tex è ancora in servizio, perché la sete di giustizia non muore mai. Per celebrarlo, la Bonelli ha previsto una mostra a Milano. Per chi non potrà andare nel capoluogo lombardo, è ancora in edicola il numero 695 di Tex, con allegato un album di figurine da completare con l’acquisto di una ventina di fumetti fra settembre ed ottobre. Sfogliare le pagine della raccolta è come avere un tuffo al cuore: da Tex a Dylan Dog, passando per Zagor, Nathan Never, Mister No, Martin Mystere e Julia, ci sono tutti o quasi. C’è Dampyr, ma manca Brendon, ad esempio, però ci sono Cico e Groucho. È un album di famiglia, della famiglia Bonelli che ha accompagnato la crescita di molti noi. Un’unica pecca, forse qualche figura femminile in più sarebbe servita. Penso, in particolare, alle donne di Dylan Dog, delle quali l’investigatore dell’incubo si innamora, ma che rappresentano, a ragione, il vero motore delle storie. Lilyth c’è, però, e non poteva essere altrimenti.
Tanti auguri a Tex e alla Bonelli, che possa regalarci altri 70 anni di avventure fantastiche.