The Boys, la straordinaria serie TV di Amazon Prime Video tratta dal fumetto di Garth Ennis e Darick Robertson, è finalmente arrivata con la sua prima stagione, prendendo tutti in contropiede con una visione inedita (sul piccolo schermo) del mito supereroistico
Nell’incredibile avanzare dei progetti extrafumettistici legati ai supereroi, sentivamo quasi la necessità di una serie come The Boys. Insieme a Titans, Doom Patrol e The Umbrella Academy è sicuramente una delle rivelazioni dell’anno: fotografia, recitazione, scelte stilistiche: tutto va in controtendenza rispetto alle normali serie tratte da fumetti di supereroi.
In primis, ovviamente, per rispettare l’opera originale di Garth Ennis e Darick Robertson, desiderosi di creare un qualcosa che andasse apertamente contro i supereroi. In secondo luogo, c’è sicuramente la continua ricerca da parte di Prime Video di offrire prodotti che abbiano una qualità molto alta ai proprio abbonati.
C’è da fare una piccola, doverosa premessa: nel mondo dei fumetti, siamo piuttosto abituati ad autori che ciclicamente spogliano il supereroe da tutti i vari cliché, facendolo apparire molto più umano (e fallibile) di quanto in realtà non sembri. Dunque i lettori di lungo corso probabilmente non troveranno questa serie così “alternativa”, ma è il pubblico “nuovo”, quello che li sta scoprendo proprio in questi anni, che avrà una doccia fredda.
Perché qui non c’è spazio per i buoni sentimenti, non ci saranno fanciulle in pericolo e incredibili mostri alieni da fronteggiare, no. Qui si parla dell’unica cosa che realmente muove il mondo: i soldi. Gira tutto intorno a loro, inesorabilmente.
Ci troviamo in un mondo convinto che I Sette (che fa evidentemente il verso alla Justice League della DC Comics) siano i più grandi eroi del Pianeta, gestiti come vere e proprie superstar dal team di Madelyn Stillwell della Vought International, un’organizzazione che (ufficialmente) finanzia il gruppo, oltre a realizzare film, serie TV e qualunque tipo di merchandising sugli eroi. Tutto alla luce del sole, con l’affetto della gente che cresce sempre di più indistintamente, sia che si tratti di un atto eroico, sia che che veda il tutto in televisione o al cinema. Ormai non c’è quasi più differenza, gli eroi sono delle star e vederli riempie gli occhi di meraviglia.
Anche Hughie era un fan dei Super. Come tutti, del resto.
Una vita normale, la sua: commesso in un negozio di elettronica, una fidanzata, i poster dei suoi eroi preferiti attaccati alle pareti della sua camera. Un ragazzo come tanti, a cui viene cambiata la vita da un momento all’altro, in una frazione di secondo.
Proprio mentre stava tenendo per mando la sua ragazza, mentre stavano fantasticando sull’andare a vivere insieme, mentre si guardavano negli occhi… cambia tutto. In un istante. A-Train, l’uomo più veloce del mondo, membro dei Sette, corre letteralmente ATTRAVERSO Robin, la ragazza di Hughie. Correva talmente veloce che non si è reso conto di avere una persona davanti e l’ha trapassata, facendola esplodere davanti gli occhi del suo ragazzo, che shockato da quanto successo. A-Train farfuglia delle scuse, poi corre via.
Da qui, la vita di Hughie non sarà mai più la stessa. Non tanto per questioni di mera vendetta nei confronti di A-Train, che ovviamente sfrutterà i suoi privilegi di supereroi nei confronti dell’opinione pubblica per farla franca, ma perché continuerà a essere travolto dagli eventi e ci metterà un po’ prima riprendere possesso della sua vita. Già, la sua vita.
Come se non bastasse la morte di Robin, ecco irrompere nella sua quotidianità Billy Butcher, che prima gli dice di essere un federale pronto ad aiutarlo a incastrare A-Train, poi lo coinvolge in una sorta di crociata contro i Super su larga scala, in un susseguirsi di colpi di scena e cinismo raccolto a piene mani che ci mostra un mondo assolutamente verosimile, reale quanto basta per coinvolgerti in modo totale.
Gli attori sono tutti assolutamente convincenti, dal primo all’ultimo. Forse il migliore è proprio Hughie, protagonista inconsapevole di una storia di cui avrebbe fatto volentieri a meno: lui è l’uomo comune, non è un combattente (come sottolinea suo padre, interpretato da Simon Pegg), non ha il carisma di Butcher, ma La sceneggiatura è solida: parte dal fumetto cult da cui è ispirata, ma lo attualizza ai giorni nostri, non risparmiando velate critiche anche all’ondata di film supereroistici dei Marvel Studios e agli eroi tutti d’un pezzo come Superman, che potrebbero avere un lato scuro molto più cupo di quanto non possa pensare.
Anche il personaggio di Annie (Starlight) ha un po’ il compito di far vedere come una ragazza comune, addirittura che arriva da un piccolo Paese, possa relazionarsi a dinamiche aziendali che con l’eroismo hanno davvero poco a che fare.
La cosa che personalmente ho più apprezzato è il modo in cui la serie è stata scritta: con calma, senza avere l’assillo di stupire a tutti costi. Gli autori hanno ben chiaro l’inizio e la fine della prima stagione e costruiscono la trama in modo impeccabile puntata dopo puntata, talvolta forse con qualche lungaggine di troppo, ma che si fa sicuramente perdonare se si guarda l’insieme e non il singolo episodio.
The Boys è la rappresentazione fedele della nostra società, che si affida con grande superficialità alle fake news e ai social, più all’apparenza che alla sostanza. Si parte da un fumetto, si attraversano le maglie di una serie TV, per arrivare proprio qui: alla realtà di tutti i giorni.
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