The Undertaker vs Shawn Michaels, il primo Hell in A Cell della storia

1997: va in scena il primo Hell in A Cell della storia, a sfidarsi troviamo due pezzi da 90 come The Undertaker e Shawn Michaels. Wrestling Vintage vi ripropone il match entrato di diritto nella leggenda

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Il prossimo 25 ottobre si terrà l’annuale pay-per-view della WWE chiamato Hell In A Cell, celebre perché, in genere, uno o due incontri della card vengono disputati all’interno della famosa gabbia d’acciaio gigante che sovrasta e chiude ogni via di fuga dal ring per i (malcapitati) partecipanti.

Pertanto, oggi vogliamo dedicare la nostra rubrica alla rivisitazione del primo Hell In A Cell della storia che, di fatto, nasce come una tipologia di match (sarebbe diventato il brand di un intero pay-per-view soltanto a partire dal 2009) nell’ottobre del 1997 all’interno dell’evento Badd Blood, quando i primi a sperimentare la gabbia infernale sono due stelle come The Undertaker e Shawn Michaels.

Esattamente ventitré anni fa, infatti, il becchino e il ragazzo che spezza i cuori si ritrovano invischiati in un’accesa rivalità. L’estate precedente, il deadman aveva perso il titolo del mondo contro Bret “The Hitman” Hart a Summerslam a causa di una sediata ricevuta (apparentemente) per sbaglio da Michaels che, per l’occasione, fungeva da arbitro speciale dell’incontro. Subito dopo, Undertaker aveva iniziato una vera e propria caccia all’uomo, interrotta soltanto dall’incursione di Paul Bearer che aveva rivelato al pubblico l’esistenza di un misterioso fratello del becchino, Kane, al cui nome Taker era subito apparso decisamente turbato. Shawn, da canto suo, per tutelarsi aveva creato la sua banda di “degenerati” (la leggendaria stable che, da lì a poco, avrebbe preso il nome di Degeneration X) insieme a Triple H, l’amazzone Chyna e la “polizza assicurativa” Ric Rude.

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Badd Blood, però, non è uno show passato alla storia soltanto per aver ospitato la prima edizione dell’Hell In A Cell. Di fatto, purtroppo, l’evento viene ricordato anche per essere stato disputato a sole ventiquattr’ore dalla morte del wrestler Brian Pillman, ritrovato senza vita nella sua stanza d’albergo in Minnesota per un infarto causato da una frequente assunzione di sostanze stupefacenti (purtroppo fin troppi wrestler sono morti per la stessa ragione!). La notizia della scomparsa di Pillman, proprio alla vigilia del match in cui avrebbe dovuto affrontare “Dude Love” Mick Foley, è un fulmine a ciel sereno per l’intero roster della World Wrestling Federation. Ma lo spettacolo deve continuare, dicono. Pertanto, nel pre-show, Vince McMahon è costretto ad annunciare la tragedia davanti alle telecamere.

E poi tutto diventa così surreale. Durante lo svolgimento del pay-per-view, di fatto, si passa dal solito racconto animato e spesso ironico dell’azione da parte dei telecronisti (fra cui c’è lo stesso McMahon) a brevi momenti di contegno in cui, con la faccia scura, gli stessi forniscono al pubblico a casa gli aggiornamenti che arrivano da parte delle autorità competenti sulla triste vicenda. Tutto senza soluzione di continuità. Per non parlare della puntata di Raw della sera dopo, in cui, verso la conclusione, McMahon intervista addirittura la sconvolta vedova di Pillman dando in pasto all’audience il suo lutto. Una mossa veramente di pessimo gusto. Ma questa è un’altra storia.

Tornando all’oggetto di questo episodio di Wrestling Vintage, nella faida in corso, Michaels fa la parte del cattivo – e si trova molto a suo agio, a dire il vero – mentre Taker è il beniamino indiscusso dei fan. A settembre, a Ground Zero, i due avevano già avuto un match uno contro l’altro ma Undertaker era talmente accecato dal desiderio di vendetta da finire per colpire chiunque gli venisse a tiro, arbitri compresi. Tanto che l’incontro era terminato con una doppia squalifica, anche a causa delle interferenze di Triple H e Chyna a favore di Shawn. Ragion per cui, i dirigenti decidono di organizzare un re-match ma, per evitare il ripetersi degli avvenimenti del mese prima, decretano che i due contendenti sarebbero stati rinchiusi in una struttura d’acciaio alta quasi cinque metri e completamente sigillata sia lateralmente che verticalmente.

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La storia che questo scontro fra (future) leggende ci racconta è fra le migliori di sempre. L’inizio è tutto dell’Undertaker che finalmente può rilasciare tutta la sua furia su un quasi inerme Shawn Michaels. Tanto da far credere al pubblico nell’arena e a casa che si sarebbe trattato di una pura formalità.

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Poi, però, Shawn trova uno spiraglio e riesce a contrattaccare. Fino a colpire nuovamente l’avversario con l’oggetto (contundente) della discordia: la sedia che aveva fatto perdere il titolo al becchino un paio di mesi prima.

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Quindi si arriva al punto di svolta. Nonostante i numerosi colpi ricevuti, Undertaker non crolla e questo rende Michaels parecchio frustrato. Un povero cameramen si ritrova sulla sua strada e ne paga le conseguenze subendo il pestaggio dell’Heartbreak Kid. Gli arbitri sono costretti a rimuovere il lucchetto della gabbia per permettere all’operatore di essere soccorso dai medici.

Shawn ne approfitta e prova a scappare. Con l’Undertaker alle calcagna, al biondo lottatore non rimane che arrampicarsi su una delle pareti della struttura metallica per rifugiarsi sulla copertura. Il deadman, però, sembra nuovamente inarrestabile e il malcapitato Michaels cade addirittura su uno dei tavoli del personale a bordo ring. La sua ora sta per scoccare. A Taker non rimane che riportarlo dentro quella gabbia infernale per reclamarne definitivamente l’anima. Il pubblico è col fiato sospeso in attesa della tombstone, la mossa che avrebbe posto fine alle sofferenze dell’avversario.

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Ma improvvisamente si spengono le luci.

Qualche attimo di sconcerto. Parte una musica da film dell’orrore e da dietro le quinte, accompagnato da Paul Bearer, compare proprio Kane, il fratello di Undertaker, con il volto coperto da una spaventosa maschera. Un gigante che, finalmente rivelatosi, strappa con le proprie mani la porta della gabbia, sale sul ring e, per qualche secondo fissa, faccia a faccia, il becchino, mai visto così spaesato prima d’ora. Kane alza le braccia, poi le riabbassa velocemente come se azionasse qualcosa di invisibile e dai paletti del ring esplodono fiamme. Infine prende il fratello sulle spalle e lo colpisce con una devastante tombstone piledriver. Quindi se ne torna nell’antro infernale da dove è venuto.

Shawn Michaels non deve far altro che raccogliere i cocci dell’Undertaker e portare a casa l’incontro mentre tutti osservano ancora a bocca aperta.

Si dice che questo incontro pose le basi per la celeberrima Attitude Era, cioè quegli anni che avrebbero profondamente cambiato il wrestling. Quello che è certo è che, dal giorno dopo, nulla sarebbe stato più come prima.

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Gianluca Caporlingua

Cresciuto (???) giocando a calcio e sbucciandomi le ginocchia sui campi in terra della provincia siciliana. Da bambino, però, il sogno (rimasto nel cassetto) era quello di fare il wrestler. Dato che mia madre non mi avrebbe mai permesso di picchiare gli altri, ho deciso di cominciare a scrivere le storie dei miei eroi. Oggi le racconto filtrandole coi ricordi d'infanzia.

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