Con un comunicato ufficiale DC Comics ha risposto a ogni domanda su Robin. Sì, è bisessuale, non avrete più dubbi dopo Batman: Urban Legends #6
Da quando sugli scaffali americani è comparso Batman: Urban Legends #6 non si parla d’altro. Da tempo non si contano più le teorie sull’identità sessuale di Robin e forse era giunto il momento di svelare quale fosse. Chiaramente leggere quest’articolo comporta spoiler sull’uscita. Quindi ragazzi, se preferite, leggete le altre news e skippate questa!
***SPOILER ALERT***
Di seguito, ecco il comunicato ufficiale condiviso da DC Comics:
Ok, non date di matto. Non date di matto. Va bene, va bene, potete dare di matto, ma vi preghiamo di farlo con calma. A partire dal 10 agosto 2021, la vostra teoria è reale: Tim Drake esce con i ragazzi.
Se sei un membro della comunità queer, importante per la DC, allora sai già perché questo è un grosso affare. In effetti, probabilmente stavi aspettando questo momento da molto tempo. Ma per chi non lo sapesse, permetteteci di spiegare.
Questa settimana, Batman: Urban Legends #6 propone il climax di una storia in tre parti realizzata dalla sceneggiatrice Meghan Fitzmartin, della disegnatrice Belen Ortega e del colorista Alejandro Sánchez; il protagonista è Tim Drake, il Robin principale degli anni ’90 e di molte nostre infanzie, il ragazzo più responsabile che abbia mai indossato il costume rosso e verde. Dopo l’orribile omicidio di Jason Todd, è stato Tim a trarre in salvo Batman dalla fase più oscura della sua vita, non per inseguire un sogno personale di lotta al crimine e di travestimento, ma perché “Batman ha bisogno di un Robin”.
Come Fitzmartin e compagni hanno esplorato in questa storia di Urban Legends, Tim Drake: Sum of Our Parts, è stato questo elemento a definire l’esistenza di Tim Drake fin dalla sua prima apparizione. Il terzo Robin ha sempre messo i bisogni degli altri prima dei suoi, riempiendo posti vacanti dove nessun altro si faceva avanti. Come uno stanco Atlante, porta sulle sue spalle Batman, Young Justice e Teen Titans, essendo tutto ciò che gli serve per tenere il mondo in equilibrio. Ma questo è il problema. Se Tim Drake può essere qualcuno per chiunque, chi è per sé stesso? Cosa vuole Tim Drake dalla vita? Qual è la sua vera identità segreta?
Praticamente dal momento in cui i fumetti sono stati inventati, genitori disinformati e figure autoritarie li hanno criticati aspramente, ritenendoli strumenti per corrompere i giovani americani. Accusati di pensieri criminali, azioni immorali e, la cosa peggiore per le famiglie di metà secolo, omosessualità. L’interpretazione queer dei fumetti, l’idea di poter esprimere il tuo vero sé attraverso un costume colorato mentre nascondevi la tua doppia identità al mondo, una volta era considerata troppo scandalosa per una nazione in gran parte omofoba. Mentre i ragazzi queer riconoscevano un pezzo di sé in personaggi come Robin, i giudici, gli psicologi e addirittura gli stessi editori di fumetti, diffidenti nei confronti di una cultura che si rivoltava contro di loro, hanno fatto tutto il possibile per censurare quelle tematiche dalle storie per decenni. Ma anche se questi argomenti sono stati soffocati, le speculazioni sulla sessualità di Robin non si sono mai fermate.
E nonostante una moltitudine di nuovi Robin, ognuno con una serie di partner eteronormativi, i lettori queer hanno continuato a rivedere una parte di sé all’interno del Ragazzo Meraviglia. Le interpretazioni queer di Robin continuavano a proliferare attraverso le sue storie. Le amicizie tra Dick Grayson e Wally West, Jason Todd e Roy Harper, Tim Drake e Conner Kent, Stephanie Brown e Cassandra Cain, e persino Damian Wayne e Jon Kent sono state percepite spesso come qualcosa di più intimo dell’amicizia, dai lettori queer alla ricerca di loro stessi all’interno dell’universo narrativo di Batman. Ma non dovrebbe essere una sorpresa. Nel lontano 1940, Robin è stato creato con l’intenzione di essere un surrogato del lettore, un personaggio sul quale i lettori potessero proiettarsi, combattendo il crimine sui tetti sotto l’ala dell’enigmatico Batman. Ci sono stati Robin femmina, Robin neri, Robin ricchi, Robin poveri. Perché un lettore queer, specialmente uno apertamente ostracizzato dalla stessa cultura dei fumetti per così tanti decenni, dovrebbe sentirsi meno degno di quella relazione surrogata?
Tim Drake: Sum of Our Parts inizia con una domanda, dall’Oracolo onniveggente a un Tim Drake spesso inascoltato. Scopriamo che Tim ha rotto con la sua fidanzata di lunga data e collega, l’ex-Robin Stephanie Brown, per ragioni oscure anche a lui. È stato Robin per i Teen Titans, Red Robin per un Batman assente e Drake per la Young Justice, ma quando si prenderà il tempo per capire chi è per sé stesso?
Subito dopo vediamo Tim aggiornare degli eventi un vecchio amico della sua serie regolare, Bernard Dowd. Nelle storie originali in cui è apparso, Bernard si considerava una specie di sedicente donnaiolo. Ma tendeva a diventare geloso ogni volta che Tim aveva un appuntamento e apprezzava il tempo trascorso con lui più di ogni altra cosa, e forse questa sensazione era reciproca. Con Bernard, Tim Drake poteva essere semplicemente Tim Drake, a differenza di tutte le varie identità in costume. Una persona che gli ha permesso di esprimersi, come persona, a prescindere dalla sua capacità di salvare la città o il mondo.
Per il loro incontro dopo così tanti anni, Tim è chiaramente molto nervoso. Ha preso in prestito uno dei vecchi vestiti di suo fratello adottivo Dick. È sbalordito dall’aspetto di Bernard. Scherza con il suo vecchio compagno di classe per il conto. E quando Bernard viene rapito all’uscita dal Chaos Monster, Tim diventa Robin per salvarlo. Essendo Robin, lo salva, ma prima ascoltato una confessione da Bernard che accende nella sua testa una lampadina a lungo dormiente.
“Per favore”, dice Bernard a Robin. “Dì a Tim Drake… che mi ha aiutato a comprendere il mio vero io. Chi sono. Diglielo… beh, probabilmente lo sa già. È il ragazzo più intelligente che abbia mai incontrato. Ma diglielo… Vorrei che potessimo finire il nostro appuntamento”.
Oh.
OH!
Ohhhhh.
Improvvisamente, nella testa di Tim iniziano a comparire un sacco di domande ingarbugliate sulla sua identità, pronte per essere affrontate per la prima volta. E appena può, Robin diventa Tim Drake e bussa alla porta di Bernard per esplorare quei sentimenti. Ma prima di addentrarsi nel discorso, è Bernard Dowd a chiedere a Tim un secondo appuntamento.
Tim Drake, sia benedetto, dice di sì.
“Sì… sì, penso di volerlo.”
Il suo sorriso è più luminoso e sincero che mai, grazie ai disegni di Belen Ortega.
Come ho detto, questo è un grosso affare. Effettivamente, definirlo così potrebbe addirittura significare sottovalutarlo. Per una certa, significativa porzione di lettori di Batman, i Gotham Outsiders sono sempre stati a guardare, è un momento di cui continueremo a parlare per anni, celebrandolo. Il momento in cui i fan queer sono stati – non con un sottotesto, non attraverso una possibile interpretazione – spudoratamente ed esplicitamente supportati, per la prima volta da quando Kate Kane è stata cacciata da West Point. Il momento in cui a un Robin, più precisamente a un Robin con decenni di storie interpretate in chiave queer, è stato permesso di essere l’icona queer che è sempre stato.
Ma la scritta proprio sotto l’accettazione di Tim – dell’invito di Bernard e di una maggiore comprensione di sé – potrebbe essere la parte migliore. È dove dice “To Be Continued”. Questa non è la fine della scoperta di sé di Tim Drake. Siamo appena all’inizio. E potete star certi che quando uscirà Batman: Urban Legends #10, saremo tutti lì per seguire questo viaggio personale, in qualunque direzione vada.
Popolo di Tim Drake, alzati in piedi. Ora non si torna più indietro.
Cosa ne pensate del comunicato diffuso da DC Comics? Aspettiamo i vostri pareri!
Fonte: dccomics