Tim Robbins contro le teorie del complotto sull’attentato a Trump

Tim Robbins, attore e Il regista premio Oscar, si scaglia contro quanti stanno associando l’attentato a Trump al suo Bob Roberts, film del 1992. Leggiamo insieme le sue dichiarazioni sul tema.

Tim Robbins

L’attore e regista Tim Robbins nega qualunque collegamento tra Bob Roberts, film che ha diretto nel 1992, e l’attentato subito due giorni fa da Donald Trump durante un comizio per la corsa alla Casa Bianca.

I complottisti – che quando c’è Trump di mezzo, si scatenano da una parte e dall’altra – hanno infatti immediatamente visto nell’attacco una messinscena organizzata per aumentare i consensi. Da qui, il parallelismo con il film degli anni ’90, di cui Robbins era sia interprete che regista.

Finti attentati e morti veri – Tim Robbins non ci sta

In Bob Roberts si racconta l’ascesa politica di un cantante folk che punta al seggio di senatore in Pennsylvania, ed è disposto a tutto pur di ottenerlo. Perfino a inscenare un attentato, così da potere interpretare il ruolo della vittima e aumentare i consensi.

Ma a Tim Robbins l’associazione del film – il suo esordio alla regia – con gli eventi di qualche giorno fa, proprio non va giù. A quanti su X hanno suggerito che Trump abbia inscenato il tentato assassinio per aumentare il proprio consenso, il regista risponde senza mezzi termini:

« A chiunque stia creando un parallelo tra il mio film Bob Roberts e il tentato assassinio di Trump, sia chiaro: quello che è successo ieri è stato un vero tentativo contro la vita di un candidato presidenziale. Chi  nega che il tentato assassinio sia stato reale ha davvero una mentalità contorta.

Ieri una persona è stata colpita con un fucile. Un’altra persona innocente è morta. Potrebbero essere persone con cui non siete d’accordo politicamente, ma vi dovreste vergognare. Dovete superare l’odio cieco che provate per queste persone. Sono americani, proprio come voi. Quest’odio collettivo sta uccidendo sempre di più le nostre anime e consumando ciò che resta della nostra umanità.»

Le sue parole risuonano forti e potenti, soprattutto perché rivolte verso chi dell’odio ha fatto il proprio cavallo di battaglia, per arrivare alla Casa Bianca e al cuore di molti americani. Inoltre, Tim Robbins è noto anche per le sue posizioni progressiste e per l’attivismo politico, che di certo non lo rendono un simpatizzante di Trump.

Tim Robbins

Le parole di Joe Biden

Il messaggio di Tim Robbins, volto a spegnere qualunque focolaio d’odio, è arrivato poche ore prima che Joe Biden, presidente in carica – e candidato democratico alla Casa Bianca – facesse un discorso dallo Studio Ovale, implorando i cittadini americani di restare uniti, alla luce dei fatti avvenuti.

«Qui in America, tutti devono essere trattati con dignità e rispetto, e l’odio non deve avere un rifugio sicuro; qui in America, dobbiamo uscire dai nostri schemi mentali, dove ascoltiamo solo coloro con cui siamo d’accordo, dove la disinformazione è dilagante, dove personaggi stranieri alimentano le fiamme delle nostre divisioni per plasmare esiti coerenti con i loro interessi, non i nostri.

Il nostro spirito unitario è l’obiettivo primario in questo momento. Nulla è più importante per noi ora che restare uniti; possiamo farlo. Fin dall’inizio, i nostri fondatori hanno compreso il potere della passione, così hanno creato una democrazia che ha dato una possibilità alla ragione e all’equilibrio di prevalere sulla forza e la violenza.

Questa è l’America che dobbiamo incarnare, una democrazia americana dove le discussioni, gli arogmenti e le idee sono costruite sulla buona fede. Una democrazia americana dove lo stato di diritto è rispettato. Una democrazia americana dove la decenza, la dignità, il fair play non sono solo nozioni antiquate ma valori da vivere ogni giorno.»

Bellissimo discorso; peccato non sia stato fatto tutte le volte in cui un afroamericano perdeva la vita per le violenze della polizia; tutte le volte in cui l’odio etnico, razziale e religioso ha avuto la meglio in un Paese che si dichiara democratico ma lo sembra solo di facciata; tutte le volte che la democrazia è stata esportata a suon di bombe, radendo al suolo villaggi e popolazioni intere. Danni collaterali.

Peccato non sia stato fatto quella volta in cui, proprio dei simpatizzanti di Trump, attaccarono il Campidoglio, ridicolmente travestiti da mucche – o almeno credo fosse quello il piano. Serviva che l’orecchio di un candidato al trono… ops, alla presidenza degli Stati Uniti venisse un po’ spuntato in cima (e che un povero innocente ci finisse di mezzo).

Tim Robbins
Scena dal film Bob Roberts, 1992

Se questo gesto scellerato e ciò che ne sta derivando basteranno a ridurre l’odio dilagante, ben venga. Intanto, noi corriamo a recuperare Bob Roberts che oltre ad avere Tim Robbins come protagonista, ha nel cast gente del calibro di Susan Sarandon, Giancarlo Esposito, Jack Black, John Cusack, Alan Rickman, James Spader – continuando a condannare sempre e comunque l’odio. Verso chiunque, ma chiunque per davvero.

Voi l’avete visto? Fatecelo sapere nei commenti!

Fonte: The Hollywood Reporter Italia


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Claire Bender

Vive con un dodo immaginario e un Jack Russell reale, che di recente si è scoperto essere Sith. Grifondoro suo malgrado, non è mai guarita dagli anni '80. Accumula libri che non riesce a leggere, compra ancora i dvd e non guarda horror perché c'ha paura. MacGyver e Nonna Papera sono i suoi maestri di vita.

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