Oggi, per celebrare ancora una volta il Maestro Hayao Miyazaki e lo Studio Ghibli, vi consigliamo tre libri che ogni persona appassionata dello Studio Ghibli dovrebbe leggere per percepire le stesse vibes di un loro film.
Hayao Miyazaki ce l’ha fatta ancora una volta: la sua creatura, lo Studio Ghibli, ha ricevuto la Palma d’Oro onoraria al Festival di Cannes, un riconoscimento tra i più prestigiosi che celebra una carriera lunga più di 60 anni in cui lo studio di animazione nipponico ha deliziato i nostri occhi con capolavori destinati a restare nella Storia.
Si tratta di film incredibilmente maestosi caratterizzati da uno stile elegante e incantato che prende a piene mani dalla magia del folklore giapponese e da una filosofia di vita basata soprattutto sulla bellezza della quiete e delle piccole cose. Come molte persone anch’io sono cresciuta ammirando questi dipinti animati le cui trame a volte sono fugaci e puntano sul sense of wonder più che sui colpi di scena, ed essendo un’appassionata lettrice ho passato i giorni successivi alla notizia del riconoscimento a cercare la risposta ad una domanda: esistono dei libri che, almeno in parte, trasmettono queste vibrazioni tipiche dei film dello Studio Ghibli? E se esistono, quali sono?
Oggi, per celebrare ancora una volta il Maestro e i suoi capolavori, vi consiglio tre libri che ogni persona appassionata dello Studio Ghibli dovrebbe leggere per percepire le stesse vibes di un loro film.
Tre libri da leggere se amate lo Studio Ghibli
LA CITTÀ INCANTATA E IL CASTELLO ERRANTE DI HOWL – L’IMMORTALE DI CATHERYNNE M. VALENTE
Due dei più amati capolavori del Sensei sono sicuramente La Città Incantata e Il Castello Errante di Howl, film le cui storie sono intrise di magia ed elementi onirici così come di simboli e significati nascosti. Entrambi i film hanno una protagonista femminile che si trova, suo malgrado, trasportata in un regno magico di cui non riesce a capire le regole in un primo momento ma che, con l’avanzare della storia, riuscirà a comprenderne le sfumature evolvendo come una vera eroina.
Questi due film mi ricordano molto una delle prime letture che ho concluso quest’anno: L’Immortale di Catherynne M. Valente, un romanzo fantasy ispirato ad una ben nota leggenda del folklore russo, ovvero quella che vede protagonisti l’eroina Marja Morevna e Koschei l’Immortale, lo Zar della Vita, una sorta di figura demoniaca delle leggende russe. La storia di Marja ha inizio a San Pietroburgo durante la seconda guerra mondiale e, quando verrà scelta dallo Zar della Vita come sposa e verrà portata da lui nel magico regno di Bujan, questa eroina collaterale sarà messa davanti a molte sfide per coronare il suo amore per Koschej, comprese quelle a cui la sottoporrà la malvagia strega Baba Yaga.
Il romanzo e i due film hanno molte cose in comune a partire dalla protagonista femminile, passando per dei comprimari maschili carismatici e vagamente ambigui, fino ad arrivare alla malvagia strega che minaccia il sogno delle protagoniste (mentre leggevo non potevo fare a meno di notare quanto Baba Yaga e Yubaba, la strega de La Città Incantata si somigliassero); ma sono le atmosfere oniriche di questa storia ciò che la rende così affine ai film di Miyazaki: un trionfo di immagini che mi hanno ricordato vividamente tutti i momenti più iconici di questi splendidi film. Purtroppo non posso dire altro, dovrete leggere il libro per provare queste sensazioni!
PRINCIPESSA MONONOKE E PONYO SULLA SCOGLIERA – L’OCEANO IN FONDO AL SENTIERO DI NEIL GAIMAN
Vedendo questi titoli insieme potrebbe sorgervi una domanda: cosa c’entrano l’uno con l’altro? Sono talmente diversi! Ebbene, non avete tutti i torti. Principessa Mononoke e Ponyo sulla Scogliera hanno poco in comune a parte l’autore; eppure entrambi sono, a mio avviso, legati a doppio filo con uno dei miei libri preferiti del mio autore preferito: L’Oceano in Fondo al sentiero di Neil Gaiman.
È ironico come nel pensare a Mononoke mi venga subito in mente Gaiman – che con Mononoke ha una storia particolare essendo stato egli stesso il responsabile dell’adattamento americano del film – eppure il suo fantasy di formazione ha molti elementi in comune con il film citato: il genio di Gaiman ha creato un mondo fantastico particolarmente vivido in cui la magia del bosco si manifesta non solo nei suoi lati più luminosi ma soprattutto in quelli più tenebrosi.
Proprio come in Principessa Mononoke, in cui la foresta è viva e pulsante e pullula di creature magiche e divine i cui poteri sono grandiosi e terribili, anche nel romanzo di Gaiman la selva in fondo a un sentiero nasconde meraviglie e pericoli impossibili da comprendere fino in fondo; senza dimenticare che anche nel romanzo di Gaiman il personaggio che ruba la scena è proprio l’indomita co-protagonista.
E Ponyo sulla Scogliera? Beh, come detto in precedenza, questo libro non è solo un fantasy ma è anche un romanzo di formazione in cui un uomo anonimo e ormai adulto ricorda l’estate più bella della sua vita, un’estate che – chissà come, forse a causa di un incantesimo? – aveva finito per dimenticare.
I legami con Ponyo sulla Scogliera stanno tutti in quella sensazione di calore e dolcezza che si percepisce guardando questo bellissimo film animato: la spensieratezza dei due bambini che giocano, questa simpatica protagonista desiderosa di scoprire, curiosa e amorevole come solo una bimba può essere, e la sensazione che accompagna tutta la durata della visione, una sensazione di conforto che facilmente si può paragonare a quella provata leggendo quello che è uno dei capolavori di Gaiman.
LAPUTA, IL CASTELLO NEL CIELO E NAUSICAÄ DELLA VALLE DEL VENTO – IL DEPOSITARIO DELL’ECO DI CARLOTTA MARTELLO
Concludiamo questa carrellata di consigli con due film avventurosi e dagli elementi fantascientifici, due chicche che oggi sono finite un po’ dimenticate ma che hanno ancora tanto da dire!
Avendo letto di recente il Depositario dell’Eco di Carlotta Martello non ho potuto fare a meno di attuare un collegamento tra questa fantastica lettura e i due film del Maestro. La trama del romanzo segue le vicende di Kyle Blackburn, ladro un po’ avventato con un grande talento per la meccanica che durante un colpo sottrae un anello molto particolare; da quel gioiello partirà una corsa contro il tempo durante la quale Kyle e i suoi amici dovranno scoprire i segreti di un’antica civiltà e sventare un complotto internazionale.
Laputa, il castello nel cielo e Nausicaä della valle del vento sono film in cui è fortissima la componente fantascientifica e lo spirito avventuroso ma soprattutto sono due opere in cui il messaggio ecologista è evidente in quanto si condanna a più riprese l’ossessione degli esseri umani per il potere e per il progresso sfrenato e distruttivo.
Lo stesso tema del progresso sfrenato si trova per forza di cose nel romanzo di Martello, ambientato in un futuro in cui la civiltà umana si è riorganizzata in città migliorate dal punto di vista dell’efficienza ma spogliate della storia della civiltà del passato, un romanzo in cui lo steampunk la fa da padrone così come le riflessioni sul potere, l’evoluzione e il libero arbitrio.
I due film di Miyazaki usciti al cinema ormai quarant’anni fa sono due storie d’avventura ancora molto attuali, esempi virtuosi – come ogni film del Maestro – di un cinema animato che non perde mai occasione di trattare tematiche forti come l’ecologismo e l’antimilitarismo tramite un’arte che ancora oggi viene bistrattata e denigrata da troppe persone che non hanno ben chiaro il suo immenso valore.
Giovanna Stellino