Torniamo indietro nel tempo fino al 2008, anno in cui sulle pagine del settimanale Topolino apparvero loro: i più grandi eroi del Calisota. Signore e signori, ecco a voi gli Ultraheroes!
Come state affrontando questo particolare momento? Scommetto che tra di voi – forse la maggior parte – qualcuno ne starà approfittando per recuperare alcune letture arretrate, smaltendo la pila di fumetti e libri non letti che si è formata sulla vostra scrivania. Qualcun altro, come me, avrà forse sistemato la libreria e riordinato i propri fumetti: d’altronde siamo nel periodo delle pulizie di primavera!
E, scommetto ancora, che avrete avuto il piacere di rileggere e riscoprire alcune storie che avete amato, che hanno segnato un periodo della vostra vita o, magari, che non avevate apprezzato abbastanza: insomma, v’invito ad andare alla ricerca di qualche pezzo della vostra collezione e gustarvelo nuovamente.
Quello di cui vi parlo è un piccolo gioiello della mia collezione di Topolino, una delle prime saghe lette da bambino sul settimanale e che, dall’età di 10 anni, occupa un posto speciale nel mio cuore: Ultraheroes.
Come si può intuire dal titolo, è una storia di supereroi la cui missione è quella di salvare il mondo: in 8 episodi (dal #2727 del marzo 2008 al #2734 del mese successivo), Riccardo Secchi e Stefano Turconi, insieme ad un ampio team di artisti, ci presentano un’avventura davvero innovativa riunendo tutti i principali Paperi e Topi del Calisota, la regione che comprende Paperopoli e Topolinia.
Dopo un breve prologo nel #2726, nel primo episodio, “Adunanza”, Eta Beta e la sua assistente Lyth vengono a conoscenza di un furto avvenuto nel laboratorio scientifico: qualcuno ha rubato l’Ultradetector ed ora è in grado di attivare la misteriosa Ultramachine. Con l’aiuto di Topolino, Eta Beta convoca i supereroi del Calisota – Paperinik, Paperinika, Super Pippo e Paper Bat – a Villa Rosa con uno scopo ben preciso: impedire a Spennacchiotto e i suoi Bad-7 (Macchia Nera, Gambadilegno, Inquinator, Zafire, Spectrus e Roller Dollar) di raccogliere tutti gli Ultrapod, dislocati tra le due metropoli, e assemblare la famigerata macchina. Ai quattro volti noti si aggiungono altri due personaggi, al loro esordio nell’inedita veste da eroe: Quadrifoglio e Iron Ciccius (rispettivamente Gastone e Ciccio).
Il gruppo è eterogeneo, con personalità più o meno spiccate ma tutti dovranno collaborare, imparare l’uno dall’altro per poter affrontare questa minaccia apocalittica: nel corso della saga vedremo i nostri eroi ingaggiare duelli serrati con l’avversario di turno – su tutti il bellissimo scontro tra Paperinik e Macchia Nera-, essere sconfitti ma avere la forza di continuare a lottare, mettere da parte vecchie rivalità per il bene di tutti e impedire che il Male trionfi.
Un canovaccio classico per una classica storia di eroi, insomma. Ma c’è di più, c’è qualcos’altro che la rende davvero ultra. Innanzitutto, il numero di personaggi coinvolti e la loro gestione: tutti hanno il proprio spazio per essere protagonisti, sia buoni che cattivi; durante gli scontri emergono il carattere e le abilità di ognuno di essi che li porteranno verso una vittoria o una sconfitta; vengono mostrate le difficoltà nel gestire questa “doppia vita” e tutte le conseguenze del caso (ne risente soprattutto la relazione tra Paperino e Paperina).
Dal punto di vista narrativo, si intrecciano varie sottotrame che confluiscono tutte negli ultimi due episodi: il recupero di zio Paperone da parte di Topolino (teletrasportato su un’isola sconosciuta insieme ai Bassotti che cercavano di derubare il Deposito), la ricerca della fama di Quadrifoglio, l’origine dell’Ultramachine. Si avrà un climax sempre crescente che porterà ad un convulso scontro finale contro un impensabile nemico.
Lo stile con cui Turconi e gli altri disegnatori realizzano questa saga è davvero uno spettacolo per gli occhi: molto moderno e dinamico, risulta essere il più congeniale ad una storia di stampo “super” e ricorda vagamente quello delle avventure di PK. All’avanguardia, oserei dire.
Ultraheroes ha rappresentato una novità, una porta sul futuro (e non solo per la presenza di Eta Beta) per il “Topo”, acquisendo lo status di opera matura, adatta sia ai lettori più grandi che a quelli più piccoli. Un bambino di 10 anni, ve lo assicuro, se n’è innamorato subito.
BEST QUOTE
«Almeno questa storia ha dimostrato che se buoni e cattivi collaborano possono sventare qualsiasi pericolo!»
Curiosità 1: Gli Ultraheroes riapparvero una sola volta sul settimanale, nel #2755 dello stesso anno, in un numero interamente dedicato a loro. Questo rende la saga principale un gioiello ancor più prezioso.
Curiosità 2: Dal #2735, il numero successivo alla conclusione di Ultraheroes, fece la sua prima apparizione un altro personaggio che col tempo è diventato molto popolare (e altrettanto amato): l’agente segreto DoubleDuck. Ma questa – come si usa dire- è un’altra storia…