Avete presente quando a scuola ci obbligavano a leggere determinati libri, perché altrimenti da grandi non saremmo stati in grado di consultare nemmeno un elenco telefonico senza un minimo di criterio? Ecco. Il punto è questo. Tralasciando il fatto che gli elenchi telefonici sono spariti dalla circolazione e che la mia prof. di italiano questo non lo aveva previsto, con Devilman mi successe più o meno questo.
Un tizio loschissimo in una fumetteria che ora purtroppo ha lasciato il posto a un negozio di scarpe, mi si avvicinò mentre leggevo di nascosto Ranmaru xxx (che porca paletta costava una fracca e la mia paghetta settimanale non mi consentiva di comprare praticamente niente) e iniziò a bofonchiare che invece di perdere tempo, dovevo leggere cose serie che mi avrebbero aperto un mondo. E fu lui a comprarmi il numero uno di Devilman della Granata Press perché io non avevo nemmeno mille lire in tasca.
Ecco come iniziò la mia discesa infernale verso Devilman (e verso la povertà visto che da allora la fumetteria divenne la mia seconda casa).
Un senso di smarrimento profondo si impossessa del lettore quando scientemente o per assurdo come me, con leggerezza, si appresta a scoprire Devilman e leggerlo per la prima volta. Una delle opere a fumetti più complesse e influenti del panorama nipponico e non solo. Nelle pagine di Devilman c’è tutto e soprattutto, c’è il lettore con la sua personalissima interpretazione.
Devilman è terrore allo stato puro, e ancora più perforante dell’inconscio per gli occidentali abituati agli scenari infernali della Divina Commedia e alle tavole di Gustav Doret. Nomi che Go Nagai conosce e omaggia in diverse opere ma che in Devilman diventano spunti di narrazione che non si fondono con nessuna possibilità di salvezza. Nagai sceglie di sprofondare nelle paure primordiali, cancella ogni possibilità di redenzione. Se scegli di accedere “all’eredità di paura”, devi fartene carico e subirne le conseguenze (che è un po’ quello che mi disse mia madre quando volevo vedere per forza L’Esorcista: «fa come te pare eh, poi so caxxi tua se nun dormi de notte»).
Questo fa Akira Fudo, un ragazzo come tanti che diventerà il ponte di collegamento tra due mondi che stanno per capitolare verso lo scontro definitivo: quello dei demoni e quello degli esseri umani.
All’inizio del racconto, Akira sarà affiancato da Ryo, moderno Caronte, che lo condurrà attraverso le porte dell’inferno rivelandogli il più grande segreto del nostro pianeta. Prima della comparsa dell’uomo, si consumò sulla Terra la “guerra più totale” tra le forze demoniache di Satana e quelle angeliche di Dio. I demoni, a causa delle glaciazioni, rimasero dormienti e confinati per millenni. Ora che è arrivato il momento del risveglio,
essi reclamano la Terra, accusando l’uomo non solo di essere un intruso ma anche di averla rovinata ed inquinata (e mo provate a dargli torto).
Ora, quale potrebbe essere la soluzione per resistere e vincere questo scontro finale? I demoni non possono fondersi con gli esseri umani poichè la presenza della ragione nella mente umana, comporta la morte istantanea dei due esseri. Il padre di Ryo ha sperimentato su se stesso (e infatti pace all’anima sua) che la fusione è possibile solo annullando la propria ragione. Tuttavia, non è possibile prevedere quale sarà l’entità dominante del nuovo corpo che si verrà a creare. Akira ha davanti a se la scelta della vita, una scelta da cui non si torna indietro: ecco l’origine di Devilman, essere dai poteri demoniaci ma dal cuore umano, la nostra speranza di salvezza. Bene. Akira riesce a fondersi con Amon (daje Akira meno male forse non moriremo o forse si. In ogni caso Amon è un superfico quindi va bene tutto).
Da qui in poi tutto cambia, e la serietà è d’obbligo. La fusione messa in atto ci guida verso l’annullamento progressivo di ogni distinzione di genere. Né vincitori, né vinti, né cattivi né buoni. Oltre ogni ripartizione tra bene e male c’è Devilman e la sua disperata bellezza. I disegni stessi perdono i loro contorni, quasi a ricordare che il confine e le definizioni canoniche in realtà non esistano. Probabilmente perché né i demoni né gli umani rappresentano il male puro (vi ricordate Kant? Il male puro è inconcepibile). Akira osserva rapito l’Arpia Silen e la trova bellissima. Allora è di ragionevole dubbio che stiamo parlando e infatti, quando diventerà impossibile discernere tra bene e male, tutte le motivazioni di Akira perderanno di senso e non saprà più per cosa combattere.
E se in realtà Devilman parlasse d’amore? Akira è circondato dall’amore, quello che prova lui per Miki e quello a lui riservato dall’Astro del Mattino. Sarà l’amore la ragione ultima delle proprie azioni e delle proprie scelte. E l’amore è universale, è un sentimento non esclusivamente umano ma che appartiene a tutti, anche al nemico, e supera le logiche del conflitto. Il finale dell’opera rimane uno dei più belli e completi mai visti e ognuno potrà darne l’interpretazione che crede. D’altronde come tutte le grandi storie, è poi il lettore a deciderne il finale e farlo suo.
Ora tra le mani stringo l’edizione Omnibus della J-Pop, splendida, curata nei minimi dettagli, esageratamente bella. Di tempo, di ristampe, di nuove edizioni e purtroppo di case editrici che non esistono più se ne sono succedute davvero tante. La sensazione è che questa sia la “forma” definitiva e quindi, chi non l’avesse ancora fatto, corra a comprarla (o a fare mille capricci per farsela regalare come ho fatto io). Fidatevi della vostra prof. di italiano quando vi propina I Dolori del Giovane Werther e dei tipi loschi in fumetteria che leggono storie che non conoscete. (Il tipo losco si chiama Sandro, e visto che avevo apprezzato Devilman, come premio in seguito mi regalò tutti e 53 i numeri di Ranma ½, qualche numero di Video Girl Ai e di Zetman. Ti voglio bene Sandro).
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Il crossover di Go Nagai, l’uomo che può tutto: Mazinger Z contro Devilman | #MegaNerd
(22 Agosto 2017 - 14:45)[…] parlato di entrambe le creature in maniera approfondita (QUI e QUI), di che capolavoro assoluto sia Devilman così come Mazinger Z. Ora noi di MegaNerd ci […]
Il Cek
(9 Ottobre 2017 - 17:11)Ho comprato al comicon di Napoli l’edizione di devilman omnibus, un vero capolavoro. Le tavole a colori sono fantastiche