Wicked, film ispirato dall’omonimo musical di Broadway – a sua volta tratto da un romanzo di Gregory Maguire – ha registrato cifre importanti nel primo weekend.
Storicamente, almeno negli ultimi decenni, i musical non hanno avuto un grande successo al cinema, a parte qualche eccezione – penso a The Greatest Showman, che costò 84 milioni di dollari e ne incassò circa 480. Ma la tendenza potrebbe invertirsi – lo spero! – grazie a Wicked, adattamento della Universal dell’amatissimo show di Broadway.
Il film ha già incassato 114 milioni di dollari in Nord America e 50 milioni a livello globale, e questo solo nel primo weekend di proiezione. Cifre enormi per i cinema, che hanno sofferto molto nei tempi post-pandemici; e cifre importantissima anche per la Universal, che si prepara a vendere la parte 2 di Wicked – sì, questo è solo il primo atto – nel 2025.
Ciascuna delle due parti è costata circa 150 milioni di dollari, senza contare la grandissima campagna di marketing che ha visto tutto tingersi di rosa e verde, dalla cioccolata agli articoli per la casa e la persona. Ma non c’è da temere: la risposta di pubblico e critica è estremamente positiva – e a ragione.
Trovate la nostra recensione qui, ma se volete qualche info in più su Wicked, continuate a leggere!
Wicked – La Città di Smeraldo da Broadway al cinema
Partiamo da un presupposto: in Italia, manca la cultura del musical. Tolti alcuni meravigliosi esempi degli ultimi anni – Notre-Dame de Paris e Romeo e Giulietta – Ama e cambia il mondo, sopra tutti – il nostro Paese, negli ultimi decenni ha accumulato un po’ di puzza sotto al naso, che ha trasformato il termine “musical” in un’etichetta al limite dell’offensivo.
E pensare che i nostri genitori sono cresciuti con i “musicarelli” – e là sì che ci sarebbe da dire! -; prima ancora, l’Italia è stata patria di opere liriche grandiose, che restano nel tempo. Andando più indietro ancora, a voler risalire alle origini del teatro, sarà facilissimo trovare una stretta connessione con la musica, sin dagli inizi.
Quindi sì, Wicked è un musical e no, questo non è un male, come dimostrano i venti e più anni di successo a Broadway e Londra.
Idina Menzel e Kristin Chenoweth lo hanno reso un successo globale (soprattutto con la loro versione di Defying Gravity su musica di Stephen Schwartz e testo di Winnie Holzman) e ora tornano con un cameo nel film, per passare il testimone a Cynthia Erivo e Ariana Grande, interpreti stupefacenti di Elphaba e Glinda.
Giusto per dare un po’ di contesto in più, il romanzo di Gregory Maguire su cui il musical è basato (se non lo avete letto, fatelo: è parecchio più intenso e a tratti oscuro) fu pubblicato nel 1995, e il musical sbarcò a Broadway nel 2003. E questo dovrebbe rispondere anche ai commenti del tipo “hanno copiato da Wednesday!”. Semmai è vero il contrario, ma più che di copia parlerei di ispirazione.
Perché negli anni, in particolare nei Paesi anglofoni, Wicked è diventato un fenomeno pop di grande portata, e ha avuto un grosso impatto nei media. Cosa è arrivato di tutto questo fino a noi? Molto poco. Perché Broadway è lontana, perché oggi gli unici film musicali accettati sono quelli per bambini, e forse anche perché la tematica del diverso e dell’escluso ci ha messo un po’ a essere trattata anche qui.
Quindi, mentre tutti gli altri conoscevano la vera storia – o una possibile vera storia – dietro the Wicked Witch of the West, noi eravamo ancora con Judy Garland sulla strada di matoni gialli: confortevole, nota e consolatoria, dove i buoni vincono e i cattivi perdono. Qualcosa aveva provato a fare Sam Raimi con Il grande e potente Oz, in cui il Mago veniva esposto per ciò che realmente era. Ma l’accoglienza fu tiepida.
Wicked è un’altra storia: racconta le minoranze, le ingiustizie, le dinamiche di potere e una vasta gamma di sentimenti dell’animo umano. Proprio per questo, quando andrete a vederlo – e spero per voi che lo facciate – guardatelo in lingua originale. Perché Wicked non è una storia Disney e non è una storia per bambini: è per tutti e a tutti ha qualcosa da dire, se saprete ascoltare.
Secondo noi, ci sono tutti gli ingredienti per un film che ricorderemo per un bel po’. Voi che ne pensate?
Fatecelo sapere nei commenti!
Fonte: Variety