Zerocalcare non sarà tra gli autori presenti a Lucca Comics & Games: con un lungo post sui suoi social, il fumettista ha spiegato che il patrocinio dell’ambasciata israeliana sulla manifestazione per lui rappresenta un problema.
Zerocalcare rinuncia a Lucca Comics & Games 2023. La notizia stava già circolando in modo ufficioso già dalla giornata di ieri, ma stamattina è diventata ufficiale: in seguito al patrocinio dell’Ambasciata d’Israele alla manifestazione, il fumettista romano ha scelto di non prendere parte alla più importante kermesse europea dedicata al mondo dell’intrattenimento.
L’organizzazione di Lucca Comics & Games aveva annunciato il patrocinio di Israele lo scorso 29 giugno, quando aveva mostrato il poster ufficiale dell’edizione 2023, realizzato dagli artisti israeliani Asaf e Tomer Hanuka, che ovviamente saranno tra gli ospiti d’onore della manifestazione.
Se fino a qualche settimana fa nessuno – o quasi – aveva dato molto peso a questo patrocinio, in seguito all’escalation di atrocità iniziato lo scorso 7 ottobre, in cui migliaia di persone civili stanno perdendo la vita nella Striscia di Gaza – e sono oltretutto impossibilitate a lasciarla – è nato un dibattito attorno all’opportunità da parte dell’organizzazione di Lucca Comics & Games di legarsi al nome d’Israele in modo così netto. Se prima sono scaturite perplessità e critiche da parte di una buona fetta del pubblico, ora iniziano ad arrivare anche prese di posizione da parte di Autori e addetti ai lavori. Tra queste, ovviamente, quella che fa più rumore è quela di Zerocalcare.
Il fumettista romano si è sempre mostrato sensibile di fronte a certi temi, che lo hanno portato non solo a realizzare libri di grande successo come Kobane Calling (documentando – per quanto possibile – la resistenza Curda in Turchia, Iraq e Siria) e No Sleep Till Shengal (in cui ha raccontato la vita della popolazione Ezida), ma anche a visitare questi luoghi, tra cui la Striscia di Gaza.
Per lui, quel patrocinio, è oggettivamente un problema e in questo post spiega tutte le motivazioni che lo costringono a rinunciare all’appuntamento dell’anno:
Senza troppi giri di parole: Purtroppo il patrocinio dell’ambasciata israeliana su Lucca Comics per me rappresenta un problema.
In questo momento in cui a Gaza sono incastrate due milioni di persone che non sanno nemmeno se saranno vive il giorno dopo, dopo oltre 6000 morti civili, uomini donne e bambini affamati e ridotti allo stremo in attesa del prossimo bombardamento o di un’invasione di terra, mentre politici sbraitano in TV che a Gaza non esistono civili e che Gaza dev’essere distrutta, mentre anche le Nazioni Unite chiedono un cessate il fuoco -il minimo davvero- che viene sprezzantemente rifiutato, per me venire a festeggiare lì dentro rappresenta un corto circuito che non riesco a gestire.
Mi dispiace nei confronti della casa editrice, dei lettori e delle lettrici che hanno speso denaro per treni e alloggi magari per venire apposta, e anche per me stesso, perché Lucca per me è sempre stato un gigantesco accollo ma anche un momento di calore e di incontro. Lo so che quello sul manifesto è solo un simbolo, ma quel simbolo per molte persone a me care rappresenta in questo momento la paura di non vedere il sole sorgere domattina, le macerie sotto cui sono sepolti i propri cari, la minaccia di morire intrappolati in quel carcere a cielo aperto dove tanti ragazzi e ragazze sono nati e cresciuti senza essere mai potuti uscire.
Sono stato a Gaza diversi anni fa, conosco persone che ancora ci vivono e persone che ci sono andate per costruire progetti di solidarietà, di sport, di hip hop e di writing. Quando queste persone mi chiedono com’è possibile che una manifestazione culturale di questa importanza non si interroghi sull’opportunità di collaborare con la rappresentanza di un governo che sta perpetrando crimini di guerra in spregio del diritto internazionale, io onestamente non riesco a fornire una spiegazione.
Non riesco nemmeno a dire loro del mio dispiacere di non esserci e di quanto questa cosa mi laceri, se lo paragono all’angoscia che sento nelle loro voci. Non è una gara di radicalità, e da parte mia non c’è nessuna lezione o giudizio morale verso chi andrà a Lucca e lo farà nel modo che ritiene più opportuno, soprattutto non è una contestazione alla presenza dei due autori del poster Asaf e Tomer Hanuka, che spero riusciranno ad esserci e che si sentiranno a casa, perché non ho mai pensato che i popoli e gli individui coincidessero coi loro governi. Spero che un giorno ci possano essere anche i fumettisti palestinesi che al momento non possono lasciare il loro paese.
Subito dopo, è arrivato anche il commento (piuttosto stizzito, nei confronti della manifestazione) di Bao Publishing, editore di Zerocalcare:
Poco fa Zerocalcare ha annunciato, dai suoi canali social, che non sarà a Lucca Comics & Games, la settimana prossima. La decisione, sofferta e maturata nelle ultime ore, si è resa inevitabile per ragioni che lui spiega molto bene nel suo post.
Tutta BAO gli è solidale, comprende perfettamente le sue ragioni, le accetta e se ne sobbarca serenamente le conseguenze, confidando nella comprensione anche dei lettori e dei visitatori della fiera. Spiace che, se qualche giorno fa l’organizzazione si fosse espressa pubblicamente per chiarire i dubbi e le perplessità che hanno portato parte dell’opinione pubblica addirittura a invocare il boicottaggio di Lucca, forse i toni della polemica sarebbero stati più gestibili, e non si sarebbe dovuti arrivare a tanto.
Da un grande evento popolare derivano grandi responsabilità, e quella di comunicare con il proprio pubblico, soprattutto in un momento drammatico e di grandissima incertezza, non è tra quelle che si possono ignorare.
Vi aggiorneremo su eventuali sviluppi sulla vicenda.