Justice League – Una nuova speranza per l’Universo DC

recensione justice league

Finalmente. Scrivo questa recensione con un senso di liberazione enorme, come se fossi  riuscito a superare un esame o una prova particolarmente difficile. Non c’è niente da fare, per me l’universo DC è una sorta di seconda casa: all’interno ci sono gli eroi con cui sono cresciuto, quelli che mi hanno preso per mano e accompagnato nel mondo dei comics quand’ero un bambino, quelli con cui sono cresciuto. Sì, ovviamente nello stesso periodo c’era anche la Marvel e – lo ammetto – anche con lei sto bene, figuriamoci… ma il primo amore, quello che mi ha sconvolto e cambiato la vita, è questo qui. Inutile girarci intorno.

Pensate dunque con quale stato d’animo ho dovuto sopportare le ultime uscite cinematografiche dei miei eroi preferiti: se escludiamo la trilogia del Cavaliere Oscuro di Nolan, c’è da mettersi le mani nei capelli. L’Uomo d’Acciaio aveva ottime premesse, ma si è perso in bicchiere d’acqua, con un finale che lasciava alquanto perplessi. Con Batman v Superman mi sono letteralmente cadute le braccia, mentre guardando Suicide Squad non sapevo se ridere o piangere. Fortunatamente qualcosa in DC è cambiato e i primi timidi segnali di un nuovo corso li abbiamo visti in Wonder Woman, film sicuramente non esente da difetti, ma che ha il merito d’indicare la strada da seguire alle pellicole future.

Arriviamo quindi a Justice League, pellicola con cui l’universo cinematografico DC riesce finalmente a trovare una sua dimensione chiara, precisa, epica quanto basta. il film funziona alla grande e riesce nell’impresa (assolutamente non facile) di bilanciare perfettamente tutti i personaggi in scena, dando a ognuno il giusto spazio, trovando quello che più d’ogni altra cosa era mancato nei film precedenti: l’anima.

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Di fronte a una nuova e misteriosa minaccia in agguato, Batman rivaluta la scelta di lottare in solitaria e decide di fare squadra con un altri combattenti dalle capacità straordinarie, cercandoli in ogni angolo del pianeta. Il Cavaliere Oscuro li sta monitorando da tempo, cercando di capire se davvero può fidarsi di loro, se riusciranno a restituire al mondo quella speranza che sembra morta con Superman. Per reclutare questi metaumani, Bruce Wayne potrà contare sull’aiuto di Wonder Woman, la principessa delle amazzoni, pronta finalmente a conquistare il suo posto nel mondo dell’uomo: il suo personaggio è sicuramente quello più delineato e affascinante. Sarà lei a convincere il ragazzo un tempo conosciuto come Victor Stone, l’ex atleta rivestito completamente di componenti meccaniche più Cyborg che uomo, a unirsi al gruppo. Nel frattempo Batman riesce a intrufolarsi nel covo segreto del giovane Barry Allen, un ragazzo che sembra capace di muoversi a una velocità superiore a quella della luce. Ma se convincere l’amichevole Flash a unirsi alla causa si rivela più semplice del previsto, reclutare addirittura il ritroso sovrano di Atlantide non è impresa da poco, nemmeno per il Cavaliere Oscuro. Nel reagire alle pretese di Wayne, lo straniero di nome Arthur Curry, conosciuto come Aquaman, mostra subito un temperamento impulsivo e autoritario, con il quale non sembra affatto semplice instaurare alcun tipo di dialogo. Resosi conto dell’emergenza, anche lui si unirà al gruppo: con la squadra così al completo, guidata da Batman, le forze della Justice League sono pronte a difendere il pianeta da un attacco di proporzioni catastrofiche.

 

Eppure… manca ancora qualcosa.
Manca la speranza, che sembra essere morta e sepolta insieme a Superman. Il senso di colpa per la scomparsa dell’Uomo d’Acciaio sta logorando un Batman che appare motivato ma stanco dalle lunghe battaglie. Ha capito che per vincere le tenebre ha bisogno di una luce che forse non ha più dentro di sé ed è pronto a cercarla ovunque.

La storia, per quanto possa apparire semplice, è in realtà la vera forza del film: grazie a una struttura decisamente più leggera e lineare, gli autori – ma soprattutto i registi, Zack SnyderJoss Whedon – riescono a focalizzarsi di più sulla crescita del gruppo. I nuovi personaggi vengono inseriti nel migliore dei modi: ovviamente le loro origini sono appena accennate, ma quanto basta per iniziare a conoscerli. Rispetto ai fumetti, Flash e Aquaman sono decisamente diversi: pieno di fobie il primo, irruento e scontroso il secondo. Eppure funzionano, così come funziona Cyborg, il membro del team meno conosciuto, anche se ha meno spazio rispetto agli altri.
Rispetto alla Marvel, la comicità (se tale si può definire) è decisamente più dosata: quando i personaggi fanno battute o si trovano in situazioni divertenti, non lo fanno in maniera forzata, ma nei giusti momenti del film. Si sorride, certo, soprattutto grazie a Flash, ma non c’è la smania di voler apparire simpatici a tutti i costi e questo, soprattutto dopo aver visto Thor: Ragnarok lo apprezzo davvero tanto.

Da segnalare, nella seconda parte del film, un acceso confronto tra Batman e Wonder Woman: i due non se le mandano a dire e in quel preciso momento, vi garantisco che vedrete in Ben Affleck il Batman che abbiamo conosciuto nei fumetti. Quello che fa lo stronzo.
I dialoghi del film sono assolutamente ben calibrati, stavolta non ci sono conversazioni ambigue o poco credibili: tutto fila liscio in modo coerente col racconto.

Lasciatemi ora spendere due righe su Superman (penso non sia un mistero per nessuno il fatto che ritorna… l’hanno persino messo sulla locandina): finalmente Henry Cavill ha fatto suo quel manto. In questo film, molto più che negli altri due, la figura dell’Uomo d’Acciaio è perfettamente a fuoco ed è esattamente come dovrebbe essere. Superman è l’essenza stessa della speranza e qui lo ritroviamo FINALMENTE come un personaggio solare, un leader pronto a intervenire nel momento di maggior bisogno, disposto anche a morire per la seconda volta pur di salvare la Terra e tutti i suoi abitanti. Potremmo quasi dire che a tornare è prima Clark di Superman, protagonista di alcune scene davvero toccanti prima di tuffarsi nuovamente nella battaglia. Uno dei pregi di Justice League, riflettendoci bene, è proprio questo: ci ha ridato Superman, letteralmente.

Si è parlato molto della doppia regia di questo film: come molti sapranno, Zack Snyder a un certo punto ha dovuto abbandonare le riprese del film a causa di un grave lutto familiare; la pellicola è stata portata dunque a termine da Joss Whedon, l’artefice della versione cinematografica degli Avengers. I due non hanno lo stesso stile, anzi: c’è la stessa differenza che passa tra il giorno e la notte. Più cupo, tormentato e riflessivo Snyder, decisamente più cazzone Whedon. In molti temevano che l’unione di due stili così diversi tra loro potesse generare caos nella pellicola, ma così non è: incredibilmente riusciamo ad avere un film che prende il meglio dai due registi (la fotografia di Snyder è un qualcosa di meraviglioso, di ogni scena si potrebbe fare un poster) con una storia che per quanto semplice risulta assolutamente lineare e coerente. Merito di una costruzione dei personaggi sicuramente azzeccata, studiata e fondamentalmente compresa. Whedon avrà sicuramente alleggerito i toni portando quella ventata di freschezza di cui l’universo DC aveva disperatamente bisogno. E qui torna la speranza, che pervade tutto il film e arriva fino allo spettatore, che si diverte e riempie gli occhi con un fumettone in carne e ossa, che rimette gli eroi al loro posto e getta solide basi per le storie a venire.

Vabbè, ma non ha proprio difetti, questo film?
Ma sì, certo che ne ha. Steppenwolf, per esempio: come in tutti i cinecomics (sia DC che Marvel), il cattivo sembra essere l’elemento più trascurabile, quello di cui poi nessuno si ricorderà. Purtroppo neanche stavolta riusciamo ad avere una nemesi all’altezza della situazione, che possa avere il carisma per durare nel tempo e questo è un vero peccato.

Detto questo, andate pure al cinema tranquilli. C’è una rinnovata speranza nell’universo DC e si chiama Justice League.

 

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Mr. Kent

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Appassionato di fumetti, curioso per natura, attratto irrimediabilmente da cose che il resto del mondo considera inutili o senza senso. Sono il direttore di MegaNerd e me ne vanto.

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