Batman: Anno Uno – Le (nuove) origini del Cavaliere Oscuro

Il capolavoro di Frank Miller e David Mazzucchelli che ha ridefinito le origini di Batman è una storia senza tempo, entrata di diritto tra le migliori opere sul Cavaliere Oscuro (e non solo…). Proviamo a ripercorrere i primi passi del protettore di Gotham City grazie a “Batman: Anno Uno“.

recensione batman anno uno

Esistono racconti, storie, miti, leggende. Esistono versioni delle stesse storie, degli stessi miti, delle stesse leggende. Esistono modi di narrare quelle vicende. E, molto spesso, è proprio quel modo di narrare che rende una storia, LA storia.

La vita editoriale di Batman è lunghissima, ricca di storie – appunto -, avventure, cadute e riprese legate da un’inarrestabile lotta al crimine, giuramento eterno di una crociata intima, ancor prima di essere giusta.

La vita editoriale di Batman era già lunghissima nel 1987: un personaggio iconico per i lettori e diffusamente conosciuto nella pop-olazione grazie allo show con Adam West. Ma era anche una vita editoriale ricchissima, tanto che le sue origini si erano già perse nel tempo, divenute ormai conoscenza latente di ogni suo ammiratore. Si erano nascoste fin troppo bene, forse inebriate da quelle atmosfere camp che la serie TV del ’66 rilasciava ancora. Si voleva, in casa DC Comics, ri-narrare quelle vicende che diedero il via alla leggenda, in una maniera tale da renderle immortali tanto quanto il loro protagonista, riportarle in una dimensione conscia per il lettore.

Perché esistono storie, ma il modo di raccontarle possono renderle capolavori immortali.

Nel 1987, il terreno era fertile: i comics stavano vivendo un’era di revisionismo storico-supereroistico messa in atto da alcuni artisti che avrebbero segnato il periodo e tracciato la strada per gli anni a seguire. Alan Moore con i suoi “Watchmen” e Frank Miller con la “Rinascita” di un certo Cornetto stavano ridefinendo il concetto stesso di supereroe; in casa propria, in particolare, si arrivava dalla “Crisis” di Marv Wolfman e George Pérez che aveva ricodificato la trama multiversale dell’intero telaio DC Comics. Ma forse, più di ogni altra opera, fu “Il Ritorno del Cavaliere Oscuro” a fare da spartiacque.

Non più i criminali, non solo i villain erano gli antagonisti: la società tutta, corruttibile, debole, poteva rappresentare il “male”. In TDK, che già dal titolo abbandona, se non per risonanza, il nome del supereroe in favore della totale abnegazione alla Crociata, Frank Miller mostra la cinica disillusione verso le istituzioni e i “poteri forti”, verso la natura dell’uomo, prodigandosi allo smascheramento di essi.

La tavola era apparecchiata per (ri)partire. «Lettrici e lettori… state per mangiare bene.»

Batman: Anno Uno arriva nel febbraio ’87 su Batman #404. Il titolo è eloquente, senza metafore o retorica nascosta: da quello e per i successivi tre numeri, verranno narrate le vicende collocate durante il primo anno di attività del vigilante di Gotham City. Con tanto di calendario a scandire lo scorrere dei giorni, tutto prende il via con l’arrivo in città di due personaggi: l’integerrimo tenente della polizia Jim Gordon e lo scapolo d’oro figliol prodigo Bruce Wayne. I due, checché se ne dica, saranno in egual modo protagonisti della storia.

Bruce Wayne, ricco ereditiero, ambito playboy, fa ritorno a casa dopo anni di assenza: lontano da Gotham City ha forgiato il proprio spirito, potenziato le proprie capacità, ampliato le proprie conoscenze per intraprendere la crociata che ben conosciamo. Qual è, allora, la particolarità di Anno Uno? Le origini di Batman erano state narrate per la prima volta nel lontano 1939, in Detective Comics #33: Frank Miller e David Mazzucchelli si inseriscono negli spazi bianchi che delimitavano la griglia delle canoniche 9 vignette per espandere quel mito, arricchendolo di particolari, ricamando su vicende essenziali ben note, giustificandole e sporcandole. Perché, in Anno Uno, Bruce perde quell’aria patinata anacronistica da figurino annoiato ed impettito, abbandona la vestaglia e la pipa per scendere in campo, nei quartieri più malfamati di Gotham e assaporare l’essenza malata della città. È alla ricerca di qualcosa, di una sfumatura che possa essere benzina per la propria missione.

Jim Gordon, poliziotto tutto d’un pezzo, s’imbatte subito nello squallore della città. Le cariche più alte delle istituzioni sono al soldo dei ricchi mafiosi; la violenza gratuita sembra essere l’unico linguaggio conosciuto, soprattutto da coloro che dovrebbero proteggere prima di attaccare. E lentamente, Gotham sembra trascinare tutti nell’oblio; trascina nel peccato anche i più puri.

È la paura che regna a Gotham. E paura essa avrà.

A più di trent’anni dalla prima pubblicazione, l’opera di Miller e Mazzucchelli sprigiona potenza da ogni tavola. Le atmosfere noir create dall’arte seminale di Mazzucchelli e i colori di Richmond Lewis sono a dir poco perfette per le vicende ed il micro-mondo in cui muove i primi passi il personaggio.

Batman, alle prime armi, è rude, poco esperto e calcolatore quanto basta, un carrarmato alla ricerca del proprio equilibrio: la sua fallibilità nei quattro capitoli, la sua crescita nelle pagine è il punto di contatto con il lettore che può ammirare – letteralmente – giorno dopo giorno la sua tenacia, la sua integrità e caparbietà. Mentre a Metropolis si domandano se quello che sorvola la città sia un aereo o un uccello, a Gotham la creatura della notte assume connotati mistici, quasi folkloristici. L’impatto sulle persone, l’ispirazione che riesce a dare nonostante l’oscurità che lo circonda è un atto di rivalsa contro lo status quo corrotto della città vòlto a spezzare le catene del peccato che imprigionano i più deboli. Jim Gordon, che prende una bella fetta di torta, è il simbolo degli uomini per cui vale la pena combattere: egli stesso in prima fila ma sempre sotto pressione, minacciato dalle proprie debolezze e da chi, come e più in alto di lui, dovrebbe essere inflessibile.

Eppure, alla fine di “questo” anno vale ancora la pena restare in piedi, combattere a testa alta contro le ingiustizie. Alla fine di questo anno, basta accendere un faro, puntarlo verso il cielo e un alleato verrà in nostro soccorso. Anno Uno non è solo un nuovo inizio per la storia di Batman: è il manifesto della sua essenza e della sua personalità. Anno Uno è arrivata al momento giusto, narrata in maniera impeccabile da artisti perfetti.

Ed ecco perché è divenuta un capolavoro immortale.

 

Best quote:

«… mi aveva messo paura… da bambino… mi aveva messo paura… sì, padre. Diventerò un pipistrello.»

Batman: Anno Uno

Batman: Anno Uno

Autori: Frank Miller (storia) e David Mazzucchelli (disegni)
Formato: 17x26; cartonato
Formato: 17x26; cartonato
Pagine: 144, a colori
Prezzo: € 17,00
Editore: Panini Comics
Voto:

Avatar photo

Pier

Instagram Meganerd
Appassionato di scienza e supereroi, divoratore di comics, serie TV e pizza. Ex power ranger wannabe, matematico nella vita, Batman nello spirito. Mentre cerco qualche significato nascosto nelle mie letture, sono già proiettato verso la prossima recensione... Ed oltre!

Articoli Correlati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *